Una lunga stagione di morte. Serena Penni, Silenzio, Firenze, Mauro Pagliai Editore, 2013
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di Giuseppe Panella
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La protagonista del secondo romanzo di Serena Penni[1] non tace affatto – il silenzio come condizione felice dello spirito non le si confà molto, anzi per nulla.
Non solo ma la donna non si ferma mai ad ascoltare il silenzio da cui sostiene di essere circondata ma lo rompe continuamente, lo riempie di parole, lo affolla di ricordi e di voci (da questo punto di vista ricorda Desideria, la protagonista del romanzo del 1978 La vita interiore di Alberto Moravia, un autore quest’ultimo che Sandra Penni conosce molto bene[2]).
Chiara Castellani, “figlia di Maria Vittoria e Domenico Castellani”, come lei stessa specifica con precisione quasi anagrafica nel romanzo[3], parla continuamente con se stessa e monologa con una frequenza impressionante ricordando con insistenza ossessiva i momenti cruciali del suo passato.
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