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Categoria: pirandello luigi
Appunti sulla «funzione-Pirandello»: percorsi nel romanzo. Gli sconfinamenti della verità
Appunti sulla «funzione-Pirandello»: percorsi nel romanzo
Gli sconfinamenti della verità
di Manuele Marinoni (Università degli studi di Firenze)
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Esiste, innegabilmente, nella narrativa italiana del Novecento una «funzione Pirandello»1. Scorrendo le pagine di uno dei libri di critica letteraria più importanti del secolo scorso, Novecento passato remoto di Luigi Baldacci2, è facile imbattersi in appunti, definizioni, concettualizzazioni che fanno carico al sistema pirandelliano, il quale non è solo un punto di partenza, una sorgente di temi o motivi a cui abbeverarsi, ma è anzitutto un modello ermeneutico utile a discernere i perimetri di dicibilità e di veridicità del reale e, ancor più nel dettaglio, è una fondamentale bussola per orientarsi nell’intricato rapporto dell’individuo con le cose del mondo. Ed è proprio questo l’addendo nevralgico che giustifica il senso per cui Pirandello ha provocato circuiti paradossali di conoscenza validi per discriminare luci e ombre che il soggetto intravede nell’orizzonte del reale, soprattutto nell’epoca moderna3. Luci e ombre che, indistintamente, appartengono tanto alla realtà esterna quanto a quella dell’ipertrofico e disgregato soggetto4.
L’edizione digitale delle opere di Luigi Pirandello
L’edizione digitale delle opere di Luigi Pirandello è accessibile on line al sito https://www.pirandellonazionale.it
Il sito è diviso in quattro sezioni:
1. Manoscritti. La sezione ospiterà la Riproduzione digitale (e animata) di manoscritti e/o dattiloscritti delle opere pirandelliane, con relative trascrizioni, così da consentire un contatto quasi fisico con il laboratorio pirandelliano e da fornire, per la prima volta, una trascrizione integrale e affidabile dei testimoni, grazie anche alla tecnica del restauro digitale.
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SUL TAMBURO n.42: Giovanni Papini, “Soliloqui di Betlemme” & Luigi Pirandello, “La messa di quest’anno e altre novelle di Natale”
Giovanni Papini, Soliloqui di Betlemme, con una nota di lettura di Franco Ferrarotti, Bologna, EDB, 2016;
Luigi Pirandello, La messa di quest’anno e altre novelle di Natale, con una nota di lettura di Massimo Naro, Bologna, EDB, 2016
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di Giuseppe Panella
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In questi due agili volumetti antologici, due dei maggiori intellettuali del Novecento italiani vengono “interrogati” sul loro rapporto con la festività del Natale e più generalmente con il sacro e la sacralità nelle scelte umane riproponendo alcuni loro testi narrativi erroneamente definiti come minori o laterali alla loro produzione più nota. In entrambi i casi si tratta di un risultato significativo e capace di portare a un giudizio critico su di essi tale da mettere a tacere qualche pregiudizio invalso sulla loro produzione. Papini mostra nei testi qui antologizzati grande empatia umana nei confronti di uomini e animali tanto da rendere questi ultimi i protagonisti di alcuni di questi scritti. Pirandello si rivela tutt’altro che cinico e spietato nei confronti delle miserie e delle stupidità umane anche se non rinuncia alla sua vena grottesca e talvolta “candidamente” cattiva (come Massimo Bontempelli definì l’opera del grande scrittore siciliano nel suo discorso emblematicamente intitolato Pirandello o del candore).
La “parresia” ne “I Giganti della Montagna”. Il coraggio di dire-la-verità
La parresia ne I Giganti della Montagna. Il coraggio di dire-la-verità.
Saggio e video dello spettacolo teatrale
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di Antonino Contiliano
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Il 30 e il 31 luglio 2014, l’attore e regista Massimo Pastore (aiuto regia: Simona Linares) ha messo in scena il capolavoro incompiuto di Luigi Pirandello, «I Giganti della Montagna». Per inciso, il finale (L’enigma) dell’opera, e sotto forma di monologo (affidato al personaggio di Mara-Mara, interpretato da Giorgia Amato), veniva scritto dallo scrivente.
Il 17 luglio 2014, nei locali del “Carmine” di Marsala, il regista Pastore, in anticipo, oltre a manifestare pubblicamente l’intento e il senso del suo lavoro di regista e di questa sua realizzazione artistica (autofinanziata), annunciava che la rappresentazione teatrale sarebbe avvenuta – il 30 (prima) e il 31 (replica) luglio 2014; ingresso libero e gratuito – presso il Parco delle Cave di S. Padre Perriere (Marsala).
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IL TERZO SGUARDO n.46: Pirandello e il suo doppio (critico). Adriano Tilgher, “Pirandello o il dramma di vedersi vivere”
Pirandello e il suo doppio (critico). Adriano Tilgher, Pirandello o il dramma di vedersi vivere, a cura di Pierfrancesco Giannangeli, Chieti, Solfanelli, 2013
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di Giuseppe Panella*
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La fortuna critica (e successivamente l’apprezzamento del pubblico) per Luigi Pirandello è tardato molto a manifestarsi e se su di lui un dibattito più aperto e sensibile alle sue prospettive generali di scrittore è iniziato e ha permesso che lo scrittore siciliano raggiungesse un buon successo anche in ambito italiano (nonostante le stroncature di Croce e il rifiuto pregiudiziale degli intellettuali che lo avversavano, con l’eccezione solitaria delle positive note recensorie di Antonio Gramsci) lo si deve sicuramente ad Adriano Tilgher.
Nonostante una serie piuttosto dura di critiche nei confronti della produzione di Pensaci, Giacomino!, (realizzata nella versione originale in lingua siciliana al Teatro Nazionale di Roma, il 10 luglio 1916, dalla Compagnia di Angelo Musco), non molti anni dopo, nel 1923, pubblicando i suoi Studi sul teatro contemporaneo, il giudizio sul commediografo girgentino sarà radicalmente rovesciato. Se nella recensione al lavoro messo in scena nel 1916, Tilgher aveva scritto: “Gli sciocchi possono scambiare per profondità il sorriso ironico del Pirandello sui suoi personaggi, ma chi ha buon gusto non si lascia ingannare”[1], nel volume di sette anni dopo l’analisi sarà molto diversa e molto più favorevole:
STORIA CONTEMPORANEA n.53: “Trittico per Camilleri”. Come si costruisce un’antologia. Andrea Camilleri, “Pagine scelte di Luigi Pirandello”
Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei. (G.P)
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di Giuseppe Panella
Trittico per Camilleri. Come si costruisce un’antologia. Andrea Camilleri, Pagine scelte di Luigi Pirandello, Milano, Rizzoli BUR, 2007
Quello che mi ha stupito di più di questa antologia è che rechi il nome del suo realizzatore al posto dello scrittore antologizzato (sarebbe stato più corretto, forse, scrivere Luigi Pirandello, Pagine scelte, a cura di Andrea Camilleri – in fondo, il “vero autore”di quelle pagine è proprio lui, Pirandello, ma tant’è…). E’ vero che un’antologia è il prodotto della scelta e dei gusti personali di chi la realizza e la costruisce ma non bisognerebbe esagerare. Comunque va detto che Camilleri dichiara fin da subito che il “suo” Pirandello è quello suo e basta e che non ha aspirazioni “scientifiche” né didattiche.