Il caso Polleri: la scrittura tra follia e totalitarismo. Felipe Polleri, “Germania, Germania”

felipe-polleri-germania-germaniaFelipe Polleri, Germania, Germania!, A cura di Loris Tassi, Salerno, Arcoiris, 2016, pp. 220, euro 14,00.

Il caso Polleri: la scrittura tra follia e totalitarismo

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di Primo De Vecchis

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Può risultare interessante capire come funziona la prosa di Felipe Polleri, scrittore uruguaiano nato nel 1953 a Montevideo, autore del romanzo Germania, Germania!, edito da Arcoiris (collana: Gli eccentrici). Troviamo sempre un narratore in prima persona, che cattura la nostra attenzione con i suoi discorsi lucidi e al tempo stesso ossessivi. Mentre avanziamo nella lettura scopriamo dettagli sempre più inquietanti, bizzarri o meschini. Inoltre il narratore passa da un argomento all’altro con estrema disinvoltura, creando una sensazione di caos controllato. Gli episodi insignificanti e i dettagli nevrotici costituiscono la trama evidente di questa prosa, che avviluppa il lettore nella sua morsa, per non abbandonarlo più fino alla fine. A un certo punto si palesano delle fiammate di follia pura: «Questo, in fin dei conti, è solo un romanzo di guerra scritto da un morto, anzi da uno che morì due volte» (p. 31). Spuntano come funghi immagini allucinogene: «È che simpatizzo con i pazzi, oltre a diventare come loro di tanto in tanto» (p. 35). Ecco quindi arrivare marziani, nani, i Krak (un incrocio tra gli uomini e gli insetti). Eppure stiamo parlando di uno scrittore minore, che lavora nel controspionaggio al servizio degli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale! Si chiama Christopher, come Marlowe, il tragediografo: infatti è inglese. Da ciò si evince che i temi del libro sono almeno due: la follia e il totalitarismo (nazista).

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