La vita, i ricordi, il dolore che è stato dimenticato. Ivano Porpora, La conservazione metodica del dolore, Torino, Einaudi, 2012
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di Giuseppe Panella
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Il primo romanzo di Ivano Porpora, noto blogger ed esperto di tecniche di comunicazione su Internet, rappresenta un tentativo molto ambizioso di collegare analisi della visione del mondo attraverso la fotografia e tecnica di recupero del ricordo, rappresentazione grafica del passato e storia personale (con evidenti quanto volutamente sfumati agganci probabilmente autobiografici). E’ la storia di una vita che passa attraverso le dieci fotografie senza titolo che dovrebbero andare a formare il mosaico di una mostra dal titolo emblematico di Omissis e di cui il protagonista, Benito Allegri, non ricorda più le occasioni, le motivazioni, gli spunti da cui sono nate.
Titolare di uno studio fotografico in cui lavorano l’amico Mario e l’ex-fidanzata Donata, la sua grande (e forse ultima) occasione di affermazione pubblica è l’esibizione che dovrebbe tenere alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano, un luogo mitico per gli appassionati di questo tipo di produzione artistica. Ma la sua memoria si rivela sempre fallace: è dal 1979 che praticamente non riesce a ricordare più nulla, complici soprattutto le frequenti crisi di epilessia di cui soffre.