Rudolf Arnheim, Entropia e Arte, trad. it. Torino, Einaudi editore, 1974; ed. cit. 1989. L’ultima ristampa italiana del saggio è del 2000.
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di Gustavo Micheletti
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Premessa
Nel 1865 Rudolf Clausius introduceva in fisica il concetto di “Entropia” (il termine deriva da Entropè, che in greco vuol dire cambiamento o evoluzione), con l’intento principale di esprimere in modo nuovo l’esigenza che definisce ogni sistema motore: ovvero il suo ritorno allo stato iniziale alla fine del ciclo, quando il flusso e la conversione del calore si sono compensati.
In un suo famoso saggio del 1944, il fisico Erwin Schrodinger (1887-1961) – insignito del premio Nobel nel 1933 – utilizzava poi il concetto di Entropia per cercare di fornire una spiegazione fisica del fenomeno della vita. Successivamente, un altro fisico, Ilya Prigogine – anch’egli premio Nobel nel 1977, nonché direttore degli Istituti Solvay di Bruxelles e del centro di meccanica statistica e di termodinamica dell’Università del Texas – si è servito del concetto di Entropia per spiegare l’irreversibilità che è alla base di molti fenomeni naturali e della stessa auto-organizzazione biologica.
Nel 1971, inoltre, lo psicologo della conoscenza e storico dell’arte Rudolf Arnheim ha dedicato al concetto di Entropia e alla sua utilità per l’analisi dell’opera d’arte un saggio fondamentale, adatto come premessa teorica e punto di partenza per impostare una ricerca interdisciplinare sulla rilevanza del concetto di Entropia (ma anche di “Disordine”, o “Caos”) nella scienza, nell’arte, nella letteratura – e quindi più in generale nella cultura – dell’ultimo secolo del secondo millennio. Lo scritto presente intende fornire, come esercizio di lettura, una sintesi ragionata di quest’ultimo testo: Rudolf Arnheim Entropia e Arte, trad. it. Torino, Einaudi editore, 1974; ed. cit. 1989. L’ultima ristampa italiana del saggio è del 2000. Non mancheranno, o almeno è quanto auspichiamo, spunti di riflessione che, prendendo spunto da questo breve saggio, che è a nostro parere fondamentale per comprendere l’arte degli ultimi due secoli, potranno forse arricchirne la comprensione. Il numero delle pagine riportato di volta in volta fra parentesi, sarà da intendersi riferito ad esso.