I versi che mai saranno prosa. Mauro Raddi, Le cose della natura e festa!, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 2011
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di Giuseppe Panella*
“Dolcezza estrema / di sentimenti / che negli oggetti / inseguo. / Ma non aggancio: guardo / Da distante mi accosto: Così vivo / così sogno” (p. 279).
Sintetizzare criticamente il progetto che Mauro Raddi esplicita in questa che è la vera e propria summa di un percorso di ricerca condotto con forza espressiva e filosofica determinazione da un numero impressionante di anni (il suo primo libro qui antologizzato è del 1987) non è certo facile né forse fattibile senza un esame analitico in profondità.