Cinque frammenti di vite perdute. Daniele Ramadan, Il dio del mare, Firenze. Mauro Pagliai, 2013
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di Giuseppe Panella
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L’esordio narrativo di Daniele Ramadan è stato assai singolare.
Invece che scrivere un romanzo che esibisce la struttura tradizionale di un racconto che individua in una storia unica la colonna portante della narrazione, il giovane autore di questo libro ha preferito frammentare e spezzettare la sua storia in cinque spicchi di vita, in cinque vicende d’amore disperato, in cinque situazioni-limite tra follia e angoscia.
Sono apparentemente vicende legate alla sfera amorosa ma, in realtà, si mostrano con il volto arcigno della disperazione umana e della sofferenza subita fino in fondo e della dissipazione cosciente. Sono storie che solo in superficie trattano di amore e di sesso ma che in profondità vanno a toccare il tema della morte come sostanza autentica e definitiva della vita.