Clemente Rebora: storia di un’anima
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di Domenico Carosso
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I Frammenti lirici (1913) sono tali, cioè frammenti, perché ripetono tutti uno stesso orientamento, mentre il motivo, l’explicit, cioè i versi, svolgono motivi sempre diversi e nuovi. Sono inoltre, i Frammenti, il riflesso pensoso e inquieto, non scolastico né cattedratico, d’una condizione morale diffusa, che nella Lombardia del secolo è il riflesso, pragmatico e teorico, cioè di teoria applicata alle cose di quel mondo, dell’illuminismo che ha influenzato a suo tempo, prima il Parini, facendolo totalmente irreligioso, e pienamente illuminista, poi, con diversa intensità, Manzoni e il Porta.
La sua prima attività poetica tende a coincidere, in Rebora, più che con se stesso o con una individualità disprezzata e odiata, con l’aspirazione ad un clima, sia storico che extrastorico, cioè “soprannaturale”. E il suo poema sarà scritto, ma è in primo luogo vitale, e vissuto, perché è la storia dell’anima dell’uomo. E l’idea o l’ideale non si distingue dal lavoro: perché «rivivi / Nell’atto la fede / Simile a chi luce non vede / Mentr’essa schiara le fatiche assorte… / Nelle faccende è l’idea» (Fr. LXIII).