SUL TAMBURO 1: Francesco Recami, “Piccola enciclopedia delle ossessioni”

Francesco Recami, Piccola enciclopedia delle ossessioniFrancesco Recami, Piccola enciclopedia delle ossessioni, Palermo, Sellerio, 2015

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di Giuseppe Panella

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Dopo tante avventure più o meno divertenti e sicuramente ben congegnate degli inquilini che popolano avventurosamente la sua “casa di ringhiera”, specchio vivente e un po’ contrastato di un microcosmo che il macrocosmo dell’Italia di oggi, Recami ritorna alla sua attitudine più convinta e convincente: quella della “critica di costume” (per dirla poi, con un’espressione più colta, alla Kulturkritik). A farne le spese sono molti italiani e i loro tic, le loro convinzioni superficiali e/o profonde, il loro modo di atteggiarsi di fronte al mondo, le loro diete e i loro tempi di vita, la loro prosopopea e le loro mode culturali, il loro salutismo (la loro “ortoressia” fasulla e facilona) e il loro gusto dei paradossi. Ne viene fuori un ritratto agrodolce dell’Italia di oggi, fatto di piccoli gesti, di lunghe osservazioni, di errori ed omissioni, di cibo più esibito che mangiato e di una ricerca spasmodica di una vita lunga e goduta più nella fantasia che nella realtà quotidiana.

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.68: Ancora un manoscritto… Francesco Recami, “Il segreto di Angela”

Francesco Recami, Il segreto di AngelaAncora un manoscritto… Francesco Recami, Il segreto di Angela, Palermo, Sellerio, 2013

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di Giuseppe Panella

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Al centro del terzo dei romanzi che andranno a comporre il ciclo dedicata alla Casa di ringhiera (e del quale sono attesi almeno altre due apparizioni nel corso dei prossimi anni) c’è un manoscritto in cui viene narrata la storia parossistica e avventurosa dell’ex-professoressa Angela Mattioli, una delle inquiline dell’immobile milanese e al momento compagna di letto di Amedeo Consonni.

Non si tratta, come di consueto, di un manoscritto autografo “dilavato e graffiato” come quello che costituisce il punto di partenza dei Promessi Sposi di Manzoni o del testo di un Anonimo Lombardo (come nel caso della splendida quanto parodica narrazione contenuta nel romanzo di Alberto Arbasino uscito nel 1959) ma di un manoscritto firmato con nome e cognome anche se contiene parti censurate e tra parentesi quadra apposte da parte del suo curatore nei punti in cui il racconto si arricchisce di particolari piuttosto scabrosi.

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VALORE D’USO DI FRANCESCO RECAMI. Dall’oggettività del disegno alla trama confusa del reale. Saggio di Giuseppe Panella

oggettività del disegno trama confusa del reale«Forse – rispondeva la donna, quasi protendendo il sorriso contro il vento eroico della rapidità, nel battito del suo gran velo ora grigio ora argentino come i salici della pianura fuggente.
– Non forse. Bisogna che sia, bisogna che sia!»
(Gabriele D’Annunzio, Forse che sì forse che no)

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di Giuseppe Panella

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VALORE D’USO DI FRANCESCO RECAMI. Dall’oggettività del disegno alla trama confusa del reale

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1. L’ errore di Platini

 

Francesco Recami esordisce tardi, nel 2006 (è nato nel 1956, a Firenze) con un romanzo tuttavia  già scritto tel quel nel 1986. Anche se precedentemente aveva pubblicato romanzi gialli per ragazzi e guide turistiche di montagna, ricade in pieno in quella letteratura degli anni Zero con i quali ormai si può cominciare a fare i conti per verificarne vezzi e novità formali, momenti di lucidità e sprazzi di follia, continuità e differenza, incursioni nella storia e sottomissioni al reale[1].

L’errore di Platini è una narrazione ispirata dalla lettura di alcuni testi straordinari di Peter Handke (primo fra tutti, La paura del portiere davanti al calcio di rigore) ma anche dalle contemporanee produzioni non più comiche ma melanconiche di Gianni Celati. E’ un romanzo di sperimentazione soft con punte satiriche non indifferenti e con un taglio volutamente freddo, oggettivo, quasi distante. L’esergo del volume (da Paolo Portoghesi) è estremamente ficcante:

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I LIBRI DEGLI ALTRI n.25: Scheletri, pettegolezzi e vecchi orsacchiotti. Francesco Recami, “Gli scheletri nell’armadio”

Francesco Recami, Gli scheletri nell’armadioScheletri, pettegolezzi e vecchi orsacchiotti. Francesco Recami, Gli scheletri nell’armadio, Palermo, Sellerio, 2012

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di Giuseppe Panella

 

Tutto sembrerebbe essere rimasto immutato nell’edificio milanese in cui era ambientata l’azione tragicomica che aveva avuto luogo nel precedente La casa di ringhiera. Dopo il colpo di genio (o di fortuna?) che aveva permesso ad Amedeo Consonni, tappezziere in pensione e vedovo (non più troppo affranto) con un nipotino, Enrico, che la figlia gli appioppa quotidianamente utilizzandolo come baby-sitter, di risolvere il complesso caso poliziesco della Sfinge di Lentate (Brianza), tutto sembrerebbe essere tornato alla normalità.

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STORIA CONTEMPORANEA n.73: “Mimicry” e letteratura. Francesco Recami, “Il ragazzo che leggeva Maigret”

Mimicry e letteratura. Francesco Recami, Il ragazzo che leggeva Maigret, Palermo, Sellerio, 2009

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di Giuseppe Panella*


Il ragazzo Giulio ha solo tredici anni ma ha già un fisico ben formato (è grosso, ha le spalle larghe e un’ombra di pelo sulle labbra) e dei gusti ben definiti: gli piace la cucina saporita e un po’ greve della madre composta essenzialmente di piatti di carne e di dolci con la panna e ama leggere i romanzi di Georges Simenon, soprattutto le storie con protagonista il commissario Maigret (d’altronde si chiama Giulio proprio come lui…). La sua passione per le inchieste del grosso e umanamente ispirato poliziotto del Quai des Orfevrès gli ha fruttato il nomignolo di Maigret con il quale lo interpellano quasi tutti quelli che lo conoscono (tranne i genitori, ovviamente). Suo padre è il fattore di una tenuta, quella di San Vittore (come quella di Saint Fiacrei in cui era vissuto Maigret fino al momento di trasferirsi a Parigi), che ha certamente conosciuto momenti migliori e che ora si è ridotta ad un’unica fattoria e a non molti vigneti e capi di bestiame. Il proprietario è la Contessa di San Vittore ormai vedova ma c’è anche un erede, detto il Signorino, che non bada agli affari di casa ma si concede un’intensa vita mondana, auto di lusso (possiede una Porsche 3600 Carrera) e donne di livello superiore al normale anche come pretese economiche. Maigret va a scuola dove va bene ma non ha molti amici – è appartata, più serio di quanto lo siano i ragazzi della sua età, pensoso e con una forte vena di immaginazione creativa. Giulio è in realtà più  “adulto” di quanto dovrebbe essere e ha molta più esperienza di altri ragazzi.

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