Giorgio Manganelli, “Concupiscenza libraria”

Giorgio Manganelli, Concupiscenza libraria, a cura di Salvatore Silvano Nigro, Adelphi, 2020, pp. 454, € 24

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di Francesco Sasso

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«Una antologia è una legittima strage,» scriveva Manganelli nel risvolto di copertina dell’Antologia privata (Rizzoli, Milano, 1989) «una carneficina vista con favore dalle autorità civili e religiose, un massacro commercialmente attendibile». Aveva annotato, nel «Ragguaglio Librario» del dicembre 1949, che non c’è «lavoro più inquietante che scegliere e scartare per fare un’antologia».

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Remainders: Almo Fanciullini, “Diario di un ragazzino aretino”

Almo Fanciullini, Diario di un ragazzino aretino, Polistampa 1996, 232 p., € 10,33

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di Francesco Sasso

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Almo Fanciulli, un ragazzo di Arezzo, tra il 1943 e il 1944 annotò informazioni e riflessioni sulla guerra che stava sconvolgendo la sua vita. Raccolse notizie da quotidiani e notiziari radiofonici, da parenti e conoscenti; registrò le sue osservazioni, elaborò e dispose i materiali secondo un ordine narrativo, arricchendoli con riflessioni personali e con l’esposizione delle vicende private che si intrecciavano agli eventi bellici, il tutto corredato da disegni, carte e fotografie.

f.s.

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Tutte le puntate di  

Remainders: Leonard Clark, “I fiumi scendevano a Oriente”

Leonard Clark, I fiumi scendevano a Oriente, Garzanti, 1959, 492 p.

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di Francesco Sasso

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La vicenda si svolge nell’Amazzonia. L’autore descrive i luoghi e narra le vicende di cui è stato protagonista durante il suo viaggio – compiuto nel 1946 – in una zona inesplorata della foresta peruviana, alla ricerca del mitico Eldorado, la terra ricca di favolosi tesori.

Il racconto è un susseguirsi di emozionanti imprese poiché nella giungla il pericolo è sempre in agguato: occorre lottare contro le acque impetuose dei fiumi, l’intrico della vegetazione, i giganteschi vermi e insetti, i rettili velenosi, i pesci voraci e contro i Campa, una feroce tribù di Indios che vivono in territorio peruviano.

Ecco l’incipit: “Ogni esploratore ha due facce: quella segreta, e quella che mostra al pubblico. Le mie nascondevano entrambe il fatto che nel taschino della camicia, fermati con una spilla di sicurezza, avevo solo mille dollari, tutto quel che possedevo al mondo, in biglietti da cento. Non era molto, ma io ero a caccia di un tesoro, e ogni cacciatore di tesori è un ottimista. Se non lo fosse, farebbe un altro mestiere. D’accordo, in quei giorni non avevo idea dove fosse nascosto l’oro, ma avevo un indizio…”

f.s.

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Tutte le puntate di  

Carlo Manzoni, “Ti spacco il muso, bimba”

Carlo Manzoni, “Ti spacco il muso, bimba”

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di Francesco Sasso

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Vi segnalo una vecchia scoperta, uno scrittore che non si pubblica più: Carlo Manzoni (1909-1975). Scrittore italiano, autore di opere teatrali, racconti e romanzi come Brava gente (1940), Giochi di società (1953), 50 scontri col signor Veneranda (1966) e Ti spacco il muso, bimba (1961).

Ho appena letto Ti spacco il muso, bimba nell’edizione del 1961 e mi sono divertito. In questo romanzo Manzoni ha saputo raccontare una storia gialla, con un umorismo di volta in volta ironico, surreale e parodistico. In libreria trovate il volume pubblicato da Sensoinverso Edizioni. Purtroppo non troverete altri titoli di Manzoni.

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Remainders n.19: Johann Wolfgang Goethe, “Le affinità elettive”

Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive

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di Francesco Sasso

Ne Le affinità elettive (1809) il poeta studia il problema della coppia umana ed applica ad un caso morale il principio chimico delle affinità. Il matrimonio felice tra Eduard e Charlotte si incrina con l’arrivo al castello di due giovani, Ottillie (protetta da Charlotte) e il Capitano (amico di Eduard). Giorno dopo giorno i rapporti tra i personaggi paiono evolversi secondo dinamiche simili a quelle che si verificano tra gli elementi chimici: Charlotte è attratta dal Capitano, Eduard da Ottillie.

Il romanzo, che tratta delle vicende di due coppie, ripropone le questione del conflitto tra responsabilità etica e soddisfazione della passione. Una delle due coppie trova la forza morale per la rinuncia, mentre l’altra si abbandona al sentimento e si rende quindi colpevole. L’opera si oppone al Werther, poiché se Ottillie si lascia morire di fame, non lo fa come vittima di una passione romantica, bensì per un’espiazione volontaria che la santifica.

f.s.

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Tommaso Pincio, “Hotel a zero stelle”

Tommaso Pincio, Hotel a zero stelleTommaso Pincio, Hotel a zero stelle, Ed. Laterza, 2011, pp.236, € 12

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di Francesco Sasso

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Hotel a zero stelle di Tommaso Pincio: libro a metà strada tra autobiografia romanzata e saggio di letteratura. Tommaso Pincio è il portiere che ci invita ad entrare in un Hotel scalcinato le cui stanze sono occupate da scrittori e pittori che hanno contato nella sua vita. Ad ogni piano, in ogni stanza uno scrittore che dà il via ad un discorso più vasto. I motivi principali del discorso di Pincio sono: il problema della realtà, il rapporto tra realtà e letteratura, tra identità e menzogna. Nel complesso, il volume si segnala per la profondità e la chiarezza del discorso, l’ironia e la competenza letteraria dello scrittore. Un libro strano, senza dubbio ingegnoso, che sul primo colpisce per la fitta abilità di collegare la vita privata con la grande letteratura.

f.s.

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Alessandro Salvi, “Santuario del transitorio”

Alessandro Salvi, Santuario del transitorioAlessandro Salvi, Santuario del transitorio, L’arcolaio, 2014, pp. 61, € 11,00

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di Francesco Sasso

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Santuario del Transitorio di Alessandro Salvi (1976, Pola- Croazia) è una raccolta poetica articolata in tre sezioni, la prima della quale dà il titolo alla raccolta, la seconda si intitola Madrigali eroici, la terza sezione è Ladro di Tamerici. È una raccolta di sonetti, madrigali, sestine in cui Salvi illustra il transitorio: «Io vi parlo da questa / inospitale zona del sentire»

Questi componimenti hanno, qua e là, spunti di felice intuizione paesaggistica, scatti di ebbrezza panica e squisite modulazioni di ritmo.

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Giuliano Petrigliano , “Poesie inutili”

Giuliano Petrigliano , Poesie inutiliGiuliano Petrigliano , Poesie inutili , 2015 Matisklo Edizioni, eBook, 2,99 €

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di Francesco Sasso

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Giuliano Petrigliano, classe 1991, originario di Policoro, da qualche mese romano d’adozione. Cantautore di formazione, Petrigliano esordisce con Poesie inutili“.

Una vena d’ironia scorre per tutta la raccolta. E’ un’ironia spiegata in una vasta gamma di toni: ora sottile e segreta, al punto che le sue liriche sembrano carezze; ora scoperta nel franco riso canzonatorio; ora contratta e illividita nell’indignazione e nel sarcasmo. È un’ironia morale, raramente compiaciuta, di sé. Unico appunto: troppe poesie, alcune realmente inutili.

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Remainders n.12: La realtà dell’anima. Emily Brontë, “Cime tempestose”

Emily Brontë, Cime tempestose

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di Francesco Sasso

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L’altro giorno, mentre leggevo per puro svago masochistico il romanzo di un’autrice contemporanea la quale metteva in scena emozioni portatrici di idee semplici e di una monotonia di toni notevolissima, mi sono sorpreso a pensare che la realtà è troppo frammentaria per essere ricomposta in tal ghisa. E non so come, ad un tratto, dal nulla è emerso in me il ricordo di Cime tempestose, romanzo straordinario di Emily Brontë.

Adesso bisogna che vi spieghi perché Cime tempestose è un capolavoro di narrativa dove i temi del Romanticismo si fondono in una fiabesca sinfonia. E questo non è facile da spiegare. Come molte cose della Letteratura, bisogna intuirlo. Sarà bello se riesco a renderlo chiaro a me.

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Remainders n.11: Calpurnio Siculo, “Egloghe”

Calpurnio Siculo, Egloghe, trad. Maria Assunta Vinchesi, BUR, 1996

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di Francesco Sasso

Non sappiamo nulla della vita di Calpurnio Siculo, forse un letterato di umile condizione, che probabilmente dovette vivere durante i primi anni del regno di Nerone. Di lui ci sono rimasti sette egloghe, nelle quali viene celebrato il principato di Nerone, considerato come una nuova età dell’oro. Il poeta aspira ad ottenere la protezione dell’imperatore, e perciò non gli lesina le adulazioni. Tuttavia, l’anelito di una nuova era di pace e di giustizia me lo rendono caro, come pure un certo gusto coloristico e la propensione al patetico. La materia espressiva resiste al tempo e lo sforzo creativo di un lontano uomo di cui nulla ci è dato sapere, riprende a vivere dentro di noi.

f.s.

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ALLEGATI: Tradizione bucolica e programma poetico in Calpurnio Siculo. Saggio di Enrico Magnelli (pdf)

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.98. Il doppio della vita. Sandra Vergamini, “Il tenero peso dell’ombra”

Il doppio della vita. Sandra Vergamini, Il tenero peso dell’ombra, Roma, Lepisma, 2011

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di Giuseppe Panella*


Scrive Dante Maffia nella Prefazione a questo terzo volume di liriche di Sandra Vergamini, operosa  poetessa di Bagni di Lucca, che anche un libro di versi d’amore, genere poetico abusato e spesso sdilinquito quant’altri mai soprattutto in Italia, può essere capace di suscitare sensazioni forti e sentimenti potenti quando è in grado di cogliere l’elemento “indicibile” della soggettività umana. Non a caso L’indicibile si intitola il primo testo di questa nuova raccolta di Sandra Vergamini: “L’indicibile appare d’improvviso. // Non c’è tempo / per calcolare il raggio d’azione. // Solo fermarsi / sollevare lo sguardo / e accecati / vedere finalmente oltre” (p. 15).

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Roberto Bolaño, “Tra parentesi”

Roberto Bolaño, Tra parentesi, a cura di Ignacio Echevarrìa, trad. Maria Nicola, Adelphi edizioni, 2009, pp.379, € 29,00

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di Francesco Sasso

Tra Parentesi: sotto questo titolo generico sono compresi e pubblicati saggi critici, articoli, recensioni, conferenze, prefazioni, scritti fra il 1998 e il 2003 e qui riuniti dopo la morte di Roberto Bolaño.

Le recensioni e i saggi di questa raccolta costituiscono un momento di capitale importanza nella comprensione delle opere di Roberto Bolaño. Tra Parentesi è una sorta di autobiografia dello scrittore cileno: la vita e la letteratura si fondono per restituirci un orizzonte instabile e poetico.

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QUEL CHE RESTA DEL VERSO n.96: I versi che mai saranno prosa. Mauro Raddi, “Le cose della natura e festa!”

I versi che mai saranno prosa. Mauro Raddi, Le cose della natura e festa!, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 2011

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di Giuseppe Panella*

 

“Dolcezza estrema / di sentimenti / che negli oggetti / inseguo. / Ma non aggancio: guardo / Da distante mi accosto: Così vivo / così sogno” (p. 279).
Sintetizzare criticamente il progetto che Mauro Raddi esplicita in questa che è la vera e propria summa di un percorso di ricerca condotto con forza espressiva e filosofica determinazione da un numero impressionante di anni (il suo primo libro qui antologizzato è del 1987) non è certo facile né forse fattibile senza un esame analitico in profondità.

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Remainders n.9: Franco Fortini, “Breve secondo Novecento” & Ferdinando Camon, “Il mestiere di poeta”

Franco Fortini, Breve secondo Novecento, pref. Romano Luperini, note di Luca Lenzini, Piero Manni Editore, 1998, pp.91, Lire 18.000

 

Ferdinando Camon, Il mestiere di poeta, Garzanti Editore, 1982, pp.228, Lire 14.000

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di Francesco Sasso


Franco Fortini è stato un intellettuale impegnato anche sul terreno della critica militante. Oltre che poeta e traduttore, egli è critico acuto e attento alle ragioni del testo. Esempio di ciò sono le postille critiche di Breve secondo Novecento con cui Fortini cura di dare al lettore preziose, se pure occasionali, indicazioni su autori di primo piano del secondo Novecento.

Ecco come è nato il libro. Nel dicembre del 1983 la Radio Svizzera Italiana commissiona a Fortini 50 brevi conversazioni di ca. 3’ per una loro rubrica letteraria. Le conversazioni radiofoniche costituiscono la base di un progetto editoriale per le edizioni di Barbablù di Siena, non portato a termine per volontà del poeta. Il progetto incompiuto fu ripreso dieci anni dopo per volontà di Manni durante la malattia di Fortini. Il librò è stato pubblicato postumo nel settembre del 1996.

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Normal Mailer, “La costa dei Barbari”

Normal Mailer, La costa dei Barbari, trad. Delfina Vezzoli, Baldini Castaldi Dalai editore, 2009, pp.277, € 19,00

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di Francesco Sasso

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Nel 1951 Normal Mailer, dopo il clamoroso successo del primo romanzo The Naked and Dead, scrisse La costa dei Barbari, romanzo che esce per la prima volta in Italia nel 1995 e riproposto nel 2009 dallo stesso editore Baldini Castaldi Dalai.

La costa dei Barbari narra l’isterismo maccarthista di un’America alla deriva.

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Remainders n.8: Giorgio Manganelli, “La penombra mentale”

Giorgio Manganelli, La penombra mentale. Interviste e conversazioni 1965-1990, a cura di Roberto Deidier, Editori Uniti, 2001, pp.237,€ 15,50 (in internet a metà prezzo)

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di Francesco Sasso

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In questa raccolta di interviste e conversazioni di Giorgio Manganelli (nato a Milano nel 1922, morto a Roma nel 1990), l’autore de Hilarotragoedia (1964) si rivela nella sua complessità di uomo e autore, e le interviste si fanno gioco iperbolico, virtuosismo mimetico, estenuante arte combinatoria, così come le sue opere. In alcune conversazioni, Manganelli fa la parodia a se stesso, talvolta conferisce al genere intervista uno statuto irreale, dissacrando la Letteratura con l’ironia e il sarcasmo.

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Luigi Di Ruscio, “La neve nera di Oslo”

Luigi Di Ruscio, La neve nera di Oslo, pref. Angelo Ferracuti, Ediesse editore, 2010, pp.164, € 10,00

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di Francesco Sasso

Luigi Di Ruscio (1930-2011) è scrittore di incisiva originalità. Crudo impasto di spirito arguto, di divertita ironia e di acredine caricaturale sono alcune delle caratteristiche del suo fluviale La neve nera di Oslo, in cui si narra l’esperienza dello scrittore emigrato da Fermo ad Oslo nel 1957. Qui lavora per quarant’anni in una industria metallurgica, qui incontra e sposa una bizzarra norvegese vegetariana, qui educa i suoi figli, qui scriverà la maggior parte delle poesie e dei romanzi. Oslo è metafora vivente della solitudine e della libertà dello scrittore, giacché Di Ruscio può scrivere ciò che vuole senza dover dar conto a chicchessia, in famiglia come in fabbrica nessuno comprende l’italiano.

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Remainders n.7: Carlo Michelstaedter, “Poesie”, a cura di Sergio Campailla

Carlo Michelstaedter, Poesie, a cura di Sergio Campailla, Adelphi, 1999 (6°ed.), pp.112, €6,20
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di Francesco Sasso

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In Carlo Michelstaedter, nato nel 1887 a Gorizia, e quivi morto suicida nel 1910, è difficile distinguere in modo netto l’opera dalla vita. Nelle Poesie, pubblicate postume nel 1912-13, egli esprime con immediato stile il concetto della morte come approdo di verità al vano tormento dell’esistere. Perlopiù, le liriche hanno una forma incompiuta e spontanea, nate non per una dimensione pubblica, ma per un uditorio ristretto (una donna, la sorella ecc). Difficile, quindi, definire il valore delle sue composizioni. Ma nelle ultime poesie, tuttavia, siamo investiti da versi che illuminano spazi di umanità inconsueta.

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Aa.Vv., “I Figli di Beowulf 2010”, a cura di Alberto Henriet

Aa.Vv., I Figli di Beowulf 2010, a cura di Alberto Henriet, Midgard Editrice, 2011. p.178, €16.50

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di Francesco Sasso

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In attesa del volume 2011, vi segnalo l’antologia italiana I Figli di Beowulf 2010. Il nuovo fantasy italiano, a cura di Alberto Henriet per Midgard Editrice. Come si può intuire dal titolo, il volume presenta cinque racconti e un romanzo breve fantasy, oltre ad un intervento saggistico sui dispositivi del fantastico di Giuseppe Panella.

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Remainders n.4: Esopo, “Favole”

Esopo, Favole, trad. Elena Ceva Valla, intr. Giorgio Manganelli, Biblioteca Universale Rizzoli, 1998

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di Francesco Sasso


Esopo: nulla di certo si sa sul suo conto; solo che ad Esopo vengono attribuite numerosissime favole di vario carattere: moralistico, narrativo, esortativo e di non molta estensione, che esprimono in tono per lo più leggermente umoristico fatti irreali e fantasiosi, che però hanno una certa aderenza con il mondo degli uomini.

I protagonisti di buona parte di queste favolette sono gli animali (leone, aquila, cavallo, volpe, rana, asino, serpente, scimmia, cane, topo ecc), che con voce e sensibilità umana mettono in ridicolo alcuni aspetti della società degli uomini veri (rancore, furbizia, astuzia, avarizia, cattiveria ecc).

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Remainders n.3: François Villon, “Lascito. Testamento. Poesie diverse”

François Villon, Lascito. Testamento. Poesie diverse, trad. Mariantonia Liborio, Rizzoli, 2000, 562 p.

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di Francesco Sasso

 

Poeta dalla personalità possente e singolare, François Villon (1431-1463?) visse dapprima a Parigi e poi, dopo una condanna a morte per omicidio e rapine, a Blois e infine in Borgogna.

In lui si agita lo spirito del Medioevo rinnovato da un’amara sincerità e dal tormento per l’ingrato destino di ogni uomo. La sua poesia rappresenta un’epoca e un mondo che rovina, priva di ogni illusione di salvezza, proiettata verso la dolorante umanità e i suoi più alti valori universali.

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Il Tempo prende, il Tempo dà… Ivano Mugnaini, “Il Tempo salvato”

Il Tempo prende, il Tempo dà… Ivano Mugnaini, Il Tempo salvato, prefazione di Luigi Fontanella, Piacenza, Blu di Prussia, Editrice, 2010

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di Giuseppe Panella*

Posto sotto il segno salvifico di una citazione beckettiana (da En attendant Godot – p. 49), Il Tempo salvato di Ivano Mugnaini, scrittore pisano e già autore di molti testi in verso e in prosa, si confronta con la necessità di utilizzare il tempo che rimane della vita nella prospettiva di un suo riscatto mediante la poesia.

Considerare il Tempo come il nemico da sconfiggere durante la propria esistenza non è certo possibile ma non ci si può neppure affidare ad esso in modo totale, rinunciando a cercare una via di scampo o provare a gestirne l’angoscia e la sua prorompente volontà di azzerare ciò che è già accaduto confinandolo nell’oblio.

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Remainders n.2: Cicerone, “Lettere”

Cicerone, Lettere, introduzione di Luca Canali, trad., comm. e scelta di Riccardo Scarcia, BUR, 1981, p.320

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di Francesco Sasso

Le Lettere di Cicerone, oltre ad essere un documento e una fonte preziosa per la conoscenza delle vicende politiche e della società romana dell’epoca, hanno la vivacità di una narrazione avvincente in cui si racconta l’esistenza di un uomo alla ricerca di un equilibrio tra le alterne vicende di un’epoca turbinosa, da Catilina a Ottaviano. Infatti le Lettere, selezionate e tradotte da Riccardo Scarcia per l’edizione BUR, ci presentano l’autore latino sotto una luce non sempre favorevole.

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Remainders n.1: Anna Achmatova, “Io sono la vostra voce”

Anna Achmatova, Io sono la vostra voce…, trad. E. Pascucci, Edizioni Studio Tesi, 1990, Lire 18.000, ma il libro è ora reperibile a metà prezzo

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di Francesco Sasso

Io sono la vostra voce… è un’ampia antologia degli scritti di Anna Achmatova. Il volume contiene una prosa autobiografica, poche recensioni, interviste, interventi del poeta russo, lettere e cartoline scelte, note su alcuni poeti contemporanei, l’intero Poema senza eroe e relativa prosa di autoesegesi, poesie sparse e un’ampia selezione di liriche tratte da tutte le raccolte di Anna Achmatova.

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“Notizie dalla post-realtà. Caratteri e figure della narrativa italiana degli anni Zero”, a cura di Vito Santoro

Notizie dalla post-realtà. Caratteri e figure della narrativa italiana degli anni Zero, a cura di Vito Santoro, Quodlibet, Macerata 2010

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di Francesco Sasso

Vi segnalo la raccolta di saggi Notizie dalla post-realtà. Caratteri e figure della narrativa italiana degli anni Zero, a cura di Vito Santoro (Università di Bari). In una condizione di iperproduttività del mercato editoriale, è difficile scorgere un disegno coerente della letteratura contemporanea. Per questo, secondo me, Notizie dalla post-realtà. Caratteri e figure della narrativa italiana degli anni Zero è il primo bilancio di rilievo della letteratura italiana di questi nostri ultimi dieci anni. Si tratta dunque, in buona sostanza, di “verificare” la tendenza della letteratura contemporanea attraverso la lettura critica di alcuni romanzi eterogenei, con una prospettiva critica nei confronti dei testi analizzati di estrema “apertura”. Per far ciò, la ricerca si presenta sotto la duplice veste di indagine letteraria e di discussione antropologica-sociale. Di seguito potete scaricare l’esauriente e puntuale presentazione de Notizie dalla post-realtà. Caratteri e figure della narrativa italiana degli anni Zero in formato pdf (f.s.).

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Presentazione del volume

Il volume, curato da Vito Santoro, raccoglie contributi di alcuni giovani studiosi pugliesi: è un libro che, pur dichiarando di non mirare ad una ricostruzione storico-letteraria di tipo sistematico, si impegna tuttavia in una ricognizione attenta della produzione romanzesca dell’ultimo decennio, al fine di proporre al lettore un «piccolo spaccato della narrativa italiana degli anni Zero», soffermandosi soprattutto «su quelle opere e su quegli autori che ci sono parsi particolarmente significativi per la loro capacità di riaffermare, anche a costo di uno spietato e crudele autodafé, le ragioni della letteratura, salvandola da quella dimensione di entertainment e di infotainment di massa, cui l’ha relegata l’attuale sistema delle comu-nicazioni».

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Le impronte vuote del dolore. Marina Pizzi, “Il solicello del basto”

di Francesco Sasso

Nuova raccolta di Marina Pizzi dal titolo Il solicello del basto (Fermenti 2010). La poesia di Marina Pizzi è polimorfa. Ai nostri occhi, essa si presenta come fitto, intricato reticolo di percorsi che si sviluppano secondo linee talora divergenti e talaltra convergenti. Basta leggere, oltre a quest’ultima raccolta, il pur recente L’inchino del predone (2009). D’altronde constatiamo anche l’inevitabile parzialità e approssimazione di ogni tentativo di ricostruire l’Opera della Pizzi, work in progress disperso in libri e e-book vari. Sembra intanto plausibile riconoscere nell’esperienza poetica della Pizzi la fede nel privilegio etico-conoscitivo e nel carattere di totalità dell’esperienza poetica. La parola poetica di Pizzi si fa atto e rivelazione del disordine invisibile della vita, simbolo del Nulla. Eppure sembra che la parola poetica di Marina Pizzi non riesca a colmare l’abisso che separa la fragilità, la limitatezza della condizione umana dalla Morte. La parola poetica della Pizzi è perdita irreparabile perché di ciò che è stato trattiene unicamente le impronte vuote del dolore.

f.s.

[Marina Pizzi, Il solicello del basto, Fermenti, 2010, pp.51, € 12,00]

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POSTILLA: Valerio Magrelli, “Poesie (1980-1992) e altre poesie”

di Francesco Sasso

Poesie (1980-1992) e altre poesie riunisce in un solo volume le prime tre raccolte poetiche di Valerio Magrelli (Roma, 1957): Ora serrata retinae (1980), Nature e venature (1987), Esercizi di tiptologia (1992).

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Romano Augusto Fiocchi, “La leggenda delle perle di Fiume”

 

di Francesco Sasso

Romano Augusto Fiocchi, di cui abbiamo qui pubblicato un inedito racconto lungo, ha pubblicato La leggenda delle perle di Fiume (Edizioni Cardano, 2007)

In La leggenda delle perle di Fiume, il paesaggio di Pavia è elemento fondamentale del racconto, così come le situazioni drammatiche della sua storia. Si narra di una donna non più giovane (“la donna con gli orecchini ad anello”), appassionata di pittura e dei pittori della sua città, che, mentre rincasava di sera avvolta dalla nebbia, si imbatte nel suo antico e unico vero amore, Walter: un tempo bizzarro pittore, ora un vecchio emaciato afflitto da emiparesi. Inizia per la protagonista una lenta immersione nella bellezza della memoria personale, nella storia autentica di un pittore patriota di Pavia ucciso dagli Austriaci nel 1849, nella leggenda sulla pavimentazione di acciottolato e delle fognature romane della città.

Lo scrittore penetra fra gli elementi della natura e della storia locale, raggiungendo un sufficiente distacco dalla vicenda narrata, con una pacatezza vibrante di emozioni trascorse che permette di liberare da ogni scoria la realtà poetica del passato. In questo racconto la creazione artistica è connessa nell’intimo con la funzione della memoria. Stile sobrio e controllato. 

 f.s.

[Romano Augusto Fiocchi, La leggenda delle perle di Fiume, Edizioni Cardano, 2007, pp.49, € 11,00]

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Concretezza e verità fantastica. Laura Pugno, “Quando verrai”

di Francesco Sasso

Quando verrai (Minimum fax 2009), secondo romanzo di Laura Pugno, è il più bel libro italiano del 2009. In esso si narra la storia di Eva, bambina affetta da una strana malattia che i medici hanno diagnosticato come psoriasi. Eva vive con la madre in un camper. Un giorno viene rapita da un vagabondo affetto dalla stessa malattia della protagonista. (Per un approfondimento sulla trama, e non solo, vi consiglio la lettura della recensione di Giuseppe Panella pubblicata su RETROGUARDIA. [QUI])

Quando verrai è opera potente nella rappresentazione del clima d’incubo in cui è costretta a vivere la protagonista, in un mondo adulto inteso a distruggere i sentimenti più umani dell’individuo. Questo testo è una sorta di favola allegorica governato da un tacito accordo: tutto ciò altro non è che la realtà, o meglio la rappresentazione linguistica e narrativa della realtà di oggi alla quale vengono poi assegnati significati e valori dell’orizzonte di favola. Questo dato sembra avvallato in particolare dagli oggetti naturali presenti nel discorso narrativo sotto forma di delta inquinati che bruciano, boschi ai margini delle statali, uomini che si muovono ed hanno odori di animali selvaggi ecc. Ma il testo della Pugno è ricco di elementi di contenuto narrativo che assumono la funzione di indici, di nodi cruciali di addensamento del significato. Scoprirli è l’avventura che ogni lettore dovrà intraprendere, se vorrà. Insomma, la Pugno è riuscita a scrivere un romanzo che ha in sé la concretezza e la verità del racconto fantastico.

 f.s.

 [Laura Pugno, Quando verrai, Minimun fax, 2009, 123 pp., € 12,00]

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Carlo Lucarelli, “L’isola dell’angelo caduto”

di Francesco Sasso

La vicenda si svolge durante il ventennio fascista. Un giovane commissario è relegato da due anni su una piccola isola italiana sperduta in mezzo al mare che, oltre ad ospitare pescatori, è utilizzata dai fascisti come Colonia Penale per oppositori e semplici delinquenti. Il romanzo si apre con la scoperta del cadavere di un miliziano fascista precipitato da un alto dirupo. Da questo momento una serie di oscure morti spingeranno l’indolente commissario ad indagare a fondo intorno alla colonia penale.

In un’atmosfera misteriosa e dal valore simbolico dei suoi elementi, i personaggi paiono ombre infernali isolati dal mondo, immersi in paesaggi selvaggi, sotto un cielo oscuro spazzato da un vento incessante. Il romanzo è ben costruito e il disegno stilistico è equilibrato ed essenziale. L’unico appunto che desidero muovere a Lucarelli è di essersi soffermato troppo sulla descrizione dei luoghi e dei personaggi, la qual cosa rallenta inutilmente il ritmo della narrazione.

 f.s.

[Carlo Lucarelli, L’isola dell’angelo caduto, Einaudi, 2001, 224 p., € 10,00] 

Renato Serra, “Esame di coscienza di un letterato”

di Francesco Sasso

Renato Serra (1884-1915) visse appartato, da «lettore di provincia» (così amò definirsi), ma fu un lucido interprete del suo tempo. Straordinario esempio di scrittura artistica è Esame di coscienza di un letterato (Sellerio 1994), scritto nell’imminenza della guerra e pubblicato postumo nel ’16. Il saggio è sorretto dalla disperata lucidità del disincanto, in cui l’amore per la letteratura si unisce alla consapevolezza della sua vanità. Serra traccia nell’Esame il bilancio morale di un’intera generazione di intellettuali di inizio secolo. Lo scrittore esibisce con sofferenza e fermezza il fallimento delle loro illusioni, svelando i loro abili, i loro miti, le debolezze. Alla letteratura Serra contrappone la caducità della storia, la realtà esterna della natura, in cui germoglia il segreto del tempo e della vita: di quella terra che assorbirà il sangue dell’uomo ucciso, e sempre genererà dalle macerie la vita. In breve, pagine esemplari per limpidezza ed incisività di scrittura.

f.s. 

[Renato Serra, Esame di coscienza di un letterato, Sellerio editore, 1994, 96 pp., € 5,16]

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“I quarantanove racconti” di Ernest Hemingway

I quarantanove racconti di Ernest Hemingway

recensione/schizzo

di Francesco Sasso

L’importanza di Hemingway come scrittore è stata notevolissima, e non solo nel mondo americano. In Italia, infatti, i suoi romanzi influenzarono lo stile di narratori come Vittoriani e Pavese. Tra le opere dello scrittore americano, I quarantanove racconti, pubblicati nel 1938, occupano un posto di primo piano, modello insuperabile di racconti tutto dialogo e azione.

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“Poeti latini tradotti da scrittori italiani contemporanei” a cura di Vincenzo Guarracino

letteratura latina

Recensione/schizzo

di Francesco Sasso 

Nel 1993 la Bompiani pubblicò due volumi intitolati Poeti latini tradotti da scrittori italiani contemporanei a cura di Vincenzo Guarracino. La raccolta è utile traccia che sintetizza bene la produzione lirica latina dalla poesia arcaica fino al re Visigoto Sisebuto: oltre 150 poeti latini tradotti da 157 poeti e scrittori italiani, se non ho contato male. 

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“Ogni poesia è un mistero” di Tommaso Di Ciaula

poesia e mistero

di Francesco Sasso

Ogni poesia è un mistero (Vito Radio Editore 2007) è l’ultima raccolta poetica di Tommaso Di Ciaula, l’autore di Tuta blu. Dotato di un temperamento rude e sensibile allo stesso tempo, volto verso la melanconia, è un poeta che sa captare e tradurre in parole le luci, i colori, i suoni e i profumi delle cose che descrive.  Le liriche di Di Ciaula si muovono in un paesaggio, la Puglia, smagliante di colori e palpitate di vita e desolazione, in una luminosa plasticità a cui un’intima sensualità dona più umano calore. Poesie dense e lente; poesie scritte con l’anima e il cuore. Il suo lessico, poi, è straordinariamente colorito e ricco di espressioni originali.

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“L’inchino del predone” di Marina Pizzi

l'inchino del predone

 

di Francesco Sasso

Ho letto la nuova raccolta poetica di Marina Pizzi, L’inchino del predone (2008-2009), pubblicato dalla casa editrice Blu di Prussia (Piacenza).

Poesia che si porge come sostanza densa e sfuggente. A ripercorrerla ci pone interrogativi ricorrenti, dubbi per nulla oziosi. Per esempio: che cosa c’è dietro e intorno a questa poesia? Nessun dubbio che le esperienze del dolore, dell’amore, della malinconia, del nulla, liberano forze che tornano a vantaggio della poesia di Marina Pizzi.

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“Il settimo sogno (lettere 1926)” di Marina Cvetaeva, Boris Pasternak e Rainer-Maria Rilke

Il settimo sogno 2

di Francesco Sasso 

Il libro che vi segnalo raccoglie la corrispondenza fra i tre grandi poeti europei: Marina Cvetaeva, Boris Pasternak e Rainer- Maria Rilke. Il titolo è Il settimo sogno (lettere 1926).

 

Scrive Cvetaeva a Rilke: “ Essere al settimo cielo della gioia. Il settimo sogno. […] Il sette è un numero russo! (pag 55)

 

Grazie al discreto e puntuale commento dei curatori, la raccolta si fa leggere come un romanzo epistolare: uno dei più viscerali, passionali scritti sulla poesia, l’amore e il dolore. I tre grandi poeti, attraverso la scrittura, si corteggiano, s’amano, si umiliano, sognano un immenso sogno: incontrasi. Naturalmente, emergono differenze caratteriali, debolezze, gelosie.

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“Cere perse” di Gesualdo Bufalino

Opere 1981-1988 bufalino 

Recensione/schizzo

Non sempre si riesce a trovare un po’ di tempo da dedicare alla descrizione di un’opera letteraria letta e apprezzata. Non per questo, credo, si debba rinunciare a segnalarla. Una di queste è Cere perse di Gesualdo Bufalino, raccolta di articoli giornalistici usciti fra il 1982 e il 1985. Pur nella occasionalità dei testi, Bufalino rielabora fedelmente i suoi temi: la Sicilia “ossimora”, la riflessione sulla scrittura e sulla lettura (Leggere, vizio punito è il titolo di un bellissimo articolo), la memoria, la morte.

In una intervista, Bufalino affermò: «Io sono affezionato a questo libro come a un diario non solo personale, ma generazionale. Dopo tutto si scrive per tante ragioni e una è per ricordare» (O. del Buono, Bufalino, il racconto per ricordare, “Corriere della sera”, 22 settembre 1986)

E Bufalino rievoca luoghi, miti, personaggi, esprimendo tutto il godimento del “fiutare, palpare, pedinare, origliare il quotidiano” degli autori che più ha amato.

La raccolta è inclusa in Opere 1981-1988, collana Classici Bompiani.

 f.s.

[Gesualdo Bufalino, Cere perse, in Opere Vol. I (1981-1988), Bompiani, 2001, pp. 815-1022, €15,24] 

“Sentieri di gloria” di Vittorio Sereni

Vittorio Sereni- Sentieri di Gloria

Recensione/schizzo

di Francesco Sasso

Ho letto avidamente e con immenso piacere Sentieri di gloria edito dagli Oscar Mondadori 1996, collana Piccola biblioteca, libro scovato in rete a metà prezzo. Il volume raccoglie in modo non organico, ma rappresentativo, una piccola parte della scrittura saggistica di Vittorio Sereni sui “classici” della letteratura italiana e straniera. I testi vanno dal 1940 al 1982 e uscirono su quotidiani e riviste letterarie dell’epoca.

 

In questi articoli raccolti in antologia, si possono leggere preziose osservazioni di lettura sui suoi contemporanei (Ungaretti, Saba, Montale) e su alcuni classici dell’Otto-Novecento (Campana, Leopardi, Pascoli, Trilussa), nonché sui padri della nostra letteratura (Dante, Petrarca, Ariosto). A questi interventi dobbiamo aggiungere uno su Virgilio e uno importante su Michelangelo poeta.

Gli autori stranieri trattati da Sereni sono: Edgar Lee Masters e l’Antologia di Spoon River, Rimbaud, Prévert, Apollinaire e Corneille.

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“Un lento apprendistato” di Thomas Pynchon

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Recensione/schizzo

Ho iniziato la lettura di Un lento apprendistato di Thomas Pynchon, edizione Einaudi 2007, con la vana certezza di non restare deluso. Il libro è una raccolta di cinque racconti scritti tra il 1958 e il 1964: La pioggerella, Terre Basse, Entropia, Sotto la rosa, L’integrazione segreta. Se non erro, la raccolta era già edita dalle edizioni e/o con il titolo Entropia.

 

Entro nel merito senza troppe cerimonie ed esprimo il mio parere di lettore. Dico subito che i racconti sono brutti, tranne l’ultimo: L’integrazione segreta. Poco importa se nelle trenta pagine di introduzione, lo scrittore statunitense fa autocritica, evidenziando le carenze strutturali dei suoi racconti giovanili. Inoltre, secondo me, se si desiderava servirsi della raccolta come di una sorta di laboratorio di scrittura “rispetto a certe pratiche da cui forse ai giovani scrittori non spiacerà guardarsi”, l’autore sarebbe dovuto scendere più in profondità nell’analisi dei suoi testi. A questo punto non resta che leggere i cinque racconti alla luce dei suoi esiti più maturi. Per cui, se siete lettori non specialisti dello scrittore americano, quello che posso dire è: non acquistate questo libro. Se desiderate conoscere la scrittura di Thomas Pynchon, iniziate con L’incanto del Lotto 49.

 

[Thomas Pynchon, Un lento apprendistato, traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi Stile Libero, pag. 203, euro 11,00]

“Dialoghi” di Platone nella versione di Francesco Acri

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Recensione/schizzo

Platone è non solo massimo filosofo, ma anche sublime artista e prosatore. Leggendo i dodici dialoghi nella versione di Francesco Acri, non so se ammirare di più il fascino del pensatore, la forza del prosatore, la grandezza dell’artista. Platone ci dà un’idea esatta- direi viva- dell’uomo ateniese del IV secolo, che riveste tutti gli atteggiamenti della sua esistenza con forme di un’arte che non pretende di nascere da un vuoto gioco di parole ben connesse, ma dalla profonda ispirazione elaborata da una finissima sensibilità.

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“Ti prendo e ti porto via” di Niccolò Ammaniti

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Recensione/schizzo

Ti prendo e ti porto via è la storia di Pietro, figlio di genitori miserevoli, timido, amante degli animali e perseguitato da Pierini, il ragazzo più malvagio di Ischiano Scalo; di Graziano Biglia, rozzo playboy ultra quarantenne, chitarrista e musicista di latinoamericana, innamorato di una giovane aspirante velina; della professoressa Palmieri, trentenne alla ricerca del primo amore, solitaria, da anni accudisce la madre affetta da una grave e rara malattia. Le tre storie si diramano in capitoli brevi, che ora sarebbe vano voler seguire punto per punto, e si svolgono parallele fino a che si incrociano/scontrano sulla soglia della fine del romanzo. La struttura narrativa è oggettivamente coerente e razionalmente congegnata; i personaggi sono caratterizzati e imbolsiti come manichini esposti in una vetrina di negozio; i dialoghi sono standardizzati. Il risultato è un romanzo privo di qualsivoglia valore artistico, giacché, per il sottoscritto, la letteratura è stile, è conoscenza, è armonia polifonica, è ordine nuovo di percezione ed esperienza. Qualità queste, a mio parere, che il romanzo di Ammaniti non possiede.

 f.s.

 

[Niccolò Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, Mondadori, I miti, 2004, p.458, Euro 7,75]

“Il ruolo dei gatti” di Felice Muolo

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Recensione/schizzo

Una storia avvincente quello del nuovo libro di Felice Muolo dal titolo Il ruolo dei gatti. Franco Narracci, disincantato direttore d’albergo, una mattina scopre il cadavere del vicino di casa, nonché collega di lavoro. Pare un suicidio. Il protagonista è invitato dal commissario di polizia a prendersi cura dei dieci felini della vittima. Nel mentre, la vita del protagonista prosegue come se non fosse accaduto niente, tra una moglie fedifraga e colleghi sessuomani, tra un datore di lavoro avido e un fratello egoista; fino a che un secondo uomo, anch’egli collega di Narracci, viene rinvenuto morto in un appartamento con altri dieci gatti. Inizia così il tentativo da parte del protagonista di scoprire la verità su quelle morti e, contemporaneamente, di dare una svolta alla sua vita, abbandonando il lavoro e la sua intrinseca logica di “sopraffare o essere sopraffatto”.  

In questo romanzo la struttura del genere è presa a pretesto per cercare di vedere della società italiana, il diritto e il rovescio. L’intendo di satira sociale è presente, poiché l’autore non si limita a descrivere i vizi. A Muolo non manca, inoltre, una robustezza di coscienza che gli consenta di distaccarsi dalla storia trattata e di reagire ad essa con ironia e arguzia.

Le descrizioni dei luoghi, dei personaggi e le atmosfere palpabili sono i pregi di questo libro. Lo stile è piano, semplice ed uniforme e ciò non è un segno di minore importanza. Unico neo, a mio vedere, è la conclusione della storia: essa si conclude con una improvvisa accelerata. Consiglio la lettura di questo romanzo.

f.s.

[Felice Muolo, Il ruolo dei gatti, Azimut, 2008, pp.110, € 10]

“La frontiera scomparsa” di Luis Sepúlveda

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Recensione/schizzo

E’ un libro dolcemente ironico. Loùis Sepulveda racconta alcuni frammenti della vita del protagonista/alter ego, dal Cile all’esilio. Il libro inizia col ricordo del nonno anarchico che costringeva il nipote, protagonista del libro, a bere bibite e a mangiare molti ghiaccioli, così appena il bisogno di urinare arrivava, il nonno lo incitava a “farla” sui portoni di qualche chiesa. Quest’uomo è il punto di partenza e di arrivo nella vita del protagonista, il quale intraprende un lungo viaggio: dall’esperienza della prigionia e della tortura in Cile – racconti che sfiorano la dolorosa tonalità  del grottesco –  al lavoro in un campo a Cuba, dal tentativo di passare il confine tra Quiaca (Argentina) e Villazòn (Bolivia) all’arrivo a Puerto Bolìvar vicino Machala, a sud di Guayaquil, dove fa il professore in una università; fino al penultimo episodio dove il protagonista è “assoldato” dalla proprietaria de La Conquistad per scrivere un memoriale. Libro leggero e affilato.

f.s.

[Luis Sepúlveda, La frontiera scomparsa, Guanda, 1996, pp.128, € 11,00]

Fight club di Chuck Palahniuk

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Recensione/schizzo

Fight club, romanzo fra il pulp e la new age, descrive la nostra epoca consumistica e cinica a colpi di sarcasmo e violenza. La storia raccontata nel romanzo è singolare. Non la riassumerò per non rischiare di svelare troppo. Posso dire, però, che lo scrittore americano ci fa sussultare pagina dopo pagina lasciandoci in balia di infinite supposizioni che solo alla fine troveranno una verità.

I protagonisti lottano per non avere più nulla da perdere, lottano contro la Storia, lottano contro le cose che ti possiedono, lottano contro la paura della morte e contro l’alienazione. Tutto, insomma, farebbe apparire Fight club come un prodotto di un anarchico. Eppure non credo che un libro così fatto possa spingere il lettore a conoscere e a interpretare i propri istinti, a dominarli. Tuttavia possiamo dimenticare noi stessi per un po’. Leggendo il libro di Palahniuk, io mi sono divertito.

f.s.

[Chuck Palahniuk, Fight club, Mondadori, pag. 220, € 8,00]

Inchiesta su Gesù di Corrado Augias e Mauro Pesce

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Recensione/schizzo

“Voi chi dite che io sia?” chiede Gesù ai discepoli. La risposta non è semplice. Corrado Augias, noto giornalista, e Mauro Pesce, biblista e storico del cristianesimo, hanno tentato di dare una risposta a quella domanda in Inchiesta su Gesù, un libro scritto nel tentativo di ricostruire la figura storica di Gesù.

Le notizie di cui disponiamo sono frammentarie e scarse le fonti in merito. Gli studiosi hanno discusso a lungo sulla figura “storica” di Gesù. Si tratta, però, di una discussione dai limiti evidenti, perché le informazioni giunte a noi grazie ai quattro vangeli canonici e ai vari vangeli apocrifi sono assai manipolate e, quindi, presentano vari problemi storiografici. Tuttavia, Inchiesta su Gesù è un libro che invita il lettore ad allargare la propria conoscenza e la propria consapevolezza storica, anche perché, come scrive il prof. Pesce nella postfazione, “la ricerca storica rigorosa non allontana dalla fede, ma non spinga neppure verso di essa”.

f.s.

[Corrado Augias – Mauro Pesce, Inchiesta su Gesù, Mondadori (I miti), 2007, pp.356, € 6,00]

Il colore del sole di Andrea Camilleri

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Recensione/schizzo #31

Il racconto lungo Il colore del sole di Andrea Camilleri è poco originale. Nessuna creazione, nessuna bellezza. Il narratore non esplora la vita – o il mito – di Caravaggio. L’esistenza tumultuosa del pittore viene trasformata dalla fantasia di Camilleri in cartolina in bianco e nero. Inoltre non ritengo valida, non solo dal punto di vista artistico, ma anche da quello stilistico, il tentativo di imitare la lingua italiana del seicento. Siamo dinnanzi ad uno scarto d’autore. 

f.s.

[Andrea Camilleri, Il colore del sole, Mondadori, 2008, p. 108, € 6]

L’uomo invaso e altre invenzioni di Gesualdo Bufalino

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Recensione/schizzo #30

L’uomo invaso e altre invenzioni è una raccolta di racconti di Gesualdo Bufalino. Il titolo dell’opera è una significativa metafora della condizione dell’autore e, estendendo l’immagine, d’ogni essere umano.

Bufalino affida alla ricercatezza, alla musicalità della parola, allo stile sublime, ricco di artifici retorici, la possibilità di tratteggiare le più alte questioni della vita, quali la malattia, la morte, la verità e la menzogna, la solitudine, l’amore.

In una raccolta di ventidue racconti in cui troviamo Orfeo ed Euridice, Baudelaire, il sofista Gorgia, don Chisciotte, re Ferdinando I, Jack lo squartatore, Noe, e molte altre popolari presenze, libresche e non, il filo aureo della rielaborazione del mito lega ogni storia, in modo che la lettura possa stratificarsi su più livelli senza che nessun racconto prevalga sull’altro.

f.s.

[Gesualdo Bufalino, L’uomo invaso e altre invenzioni, Bompiani, 2001, XXXIX-166 p, € 7,40 ]

Aforismi sulla saggezza del vivere di Arthur Schopenhauer

Recensione/schizzo #29

In Aforismi sulla saggezza del vivere, Arthur Schopenhauer dà vita alla Teoria del pessimismo: questo è il peggiore dei mondi, motivo fondamentale dell’umanità è il dolore perché ogni desiderio suscitato dal volere eterno causa sofferenze, e l’appagamento dei desideri ne suscita altri e ingenera perciò novello dolore.

Ideale etico dell’individuo deve essere la rinuncia che sfocia nella ricerca dell’equilibrio interiore, nella programmatica lontananza del saggio da tutto ciò che, come l’ambizione o il desiderio del lusso, può offuscare la sua serenità. Condanna tuttavia, quei uomini che portano alle estreme conseguenze il principio di serenità. Esso, infatti, viene temperato nella morale antica della mediocritas, la ricerca del giusto mezzo.

Sono spunti tratti dalla filosofia greca, in particolar modo ellenistica, e dal buddismo.

Nel rapporto con gli uomini, il filosofo consiglia da una parte di evitarli, esaltando così la solitudine, dall’altra di imporsi una condotta discreta e riservata, avendo cura di non urtare la suscettibilità della gente.

Libro intenso e di facile lettura.

f.s.

[Arthur Schopenhauer, Aforismi sulla saggezza del vivere, Mondadori, 1997, a cura di Maria Teresa Giannelli, pag. 252, Lire 13.000]

Cattedrale di Raymond Carter

Recensione/schizzo #28

Cattedrale di Raymond Carver (1939-1988) è una moderna galleria di “vite americane”, spesso disadattati o ultimi eredi del “sogno” americano, che si snoda emblematicamente attraverso le dodici stories.

A mio parere, ci sono solo due racconti capolavoro all’interno della raccolta: Cattedrale e Una cosa piccola ma buona. Il resto invece non mi ha entusiasmato.

Nel complesso, i racconti sono limpidi, l’elaborazione letteraria viene sapientemente dissimulata sotto la veste della semplicità. Eppure l’arte miracolosa dello scrittore, che lascia parlare i fatti mettendoli dinanzi agli occhi del lettore con la massima evidenzia, mi ha annoiato non poco.

f.s.

[Raymond Carter, Cattedrale, Minimum fax, 2002, trad. di Riccardo Duranti, pag. 229, € 11,50]