Titti Follieri, “Viaggio d’una provinciale cosmopolita”. Romanzo di formazione

Titti Follieri, Viaggio d’una provinciale cosmopolita, Bari, Les Flâneurs Edizioni, 2023, pp.104, € 13,00


di Stefano Lanuzza

.

Poetessa, narratrice e traduttrice dal francese, col suo Viaggio d’una provinciale cosmopolita (Bari, Les Flâneurs Edizioni, pp.104, 2023, € 13,00) dedicato “a tutte le donne che hanno partecipato negli anni Settanta alla nascita del movimento femminista”, Titti Follieri (La voce delle mani, 2003; Piccoli smarrimenti quotidiani, 2009; La solitudine della cattedra, 2013; Tessiture spaziali, 2016; …) sembra legare il proprio biografismo al canone letterario della scrittrice francese Premio Nobel 2022 Annie Ernaux (La Femme gelée, 1981; La Vie extérieure, 2000; Les Années, 2008; Regarde les lumières mon amour, 2014; Mémoire de fille, 2016; …), nata nella piccola provincia normanna di Lillebonne e attiva nel gruppo politico di sinistra La France Insoumise.

Come in una solidale dialettica con la Ernaux, la Follieri fonda sul memorial romanzesco alternante referto autobiografico e mimetica ‘terza persona’ la propria causa di autrice engagée che, presentando la vicenda della “provinciale cosmopolita” Sara Travanti, coniuga i modi d’un emblematico ‘romanzo di formazione’ – quasi un ‘libro della vita’ – coi numerosi viaggi dalla sua provincia originaria al centro toscano dell’Italia, e dall’Europa al mondo.

Continua a leggere “Titti Follieri, “Viaggio d’una provinciale cosmopolita”. Romanzo di formazione”

José Ovejero, “Insurrezione”

José Ovejero, Insurrezione, Trad. Bruno Arpaia, Voland, 2022, pp. 352, 19,00


di Francesco Sasso

.

Aitor è un giornalista di mezza età del mondo della radio. Dopo vent’anni da precario mascherato da libero professionista, il protagonista non chiede molto alla vita. Aitor vuole vivere tranquillo, fare cultura attraverso la radio e garantire a se stesso e alla propria famiglia una vita confortevole:

«Aveva creduto che diventare adulti fosse un processo di accumulazione. Acquisti via via esperienza e una maniera più rilassata di guardare il mondo; siccome non speri più di guardarlo, lo osservi, ci familiarizzi, in una certa misura lo accetti, senza che questo significhi che ti piace». (p. 42)

Il matrimonio di Aitor ormai è naufragato da tempo e il rapporto con i suoi due figli, che vivono con lui, è burrascoso. Soprattutto Ana, la figlia più giovane di diciassette anni, contesta il mondo capitalista e, di conseguenza, la vita borghese del padre. Da mesi Ana se n’è andata via di casa per vivere in un edificio occupato, El Agujero (Il Buco), dove insieme ad altri “idealisti” porta avanti la sua lotta antisistema: “Morte al senso comune, abbasso le verità di tutta la vita”. Alfon è la guida carismatica di questa comunità e introduce Ana in un mondo alternativo.

Continua a leggere “José Ovejero, “Insurrezione””

Guidalberto Bormolini, “L’arte della meditazione”

Guidalberto Bormolini, L’arte della meditazione, pref. Giorgio Nardone, Ponte alle Grazie, 2022, pp.382, € 16,80


di Francesco Sasso

.

Clip del libro su Retroguardia YouTube

Qui la recensione audio su Spotify

A fine pagina la videorecensione su Youtube

Il fenomeno della meditazione è un fatto essenziale, universale della vita umana. Sotto ogni cielo, in ogni tempo, presso tutti i popoli, l’uomo ha sempre cercato la vera natura della mente e dell’anima attraverso la meditazione. Meditare è mettersi in cammino alla ricerca di sé o anche fare un percorso di conversione o purificazione interiore. Quale che sia il loro grado di evoluzione, l’essere umano desidera sapere chi è. È la più grande missione che ha da compiere nella sua esistenza terrena. Di questo e di molto altro tratta il bel libro dal titolo L’arte della meditazione di Guidalberto Bormolini.

Dopo aver lavorato come falegname, carpentiere e liutaio, Bormolini entra nella Comunità dei Ricostruttori nella Preghiera per vivere gli ideali monastici e in seguito viene ordinato sacerdote. Egli ha sempre vissuto l’esperienza meditativa «come un fatto intimo, sperimentato nella riservatezza» fino al giorno in cui Giorgio Nardone gli ha chiesto di mettere la sua esperienza al servizio dei lettori.

Continua a leggere “Guidalberto Bormolini, “L’arte della meditazione””

Una rivista

di Stefano Lanuzza

.

Clip del libro su Retroguardia YouTube

Se esiste in Italia una rivista ‘cartacea’ (rara avis, ormai) vocata ad essere anche una sorta di ‘enciclopedia’ – con scritti di critica letteraria poesia narrativa saggistica traduzione teatro cinema arte figurativa, numerose recensioni e perfino qualche intervento di archivistica –, questa è proprio “Fermenti”: che, nell’annuale fascicolo (n. 254, 2022), ancora una volta raduna materiali assai vari, da cui, intanto, possono estrarsi alcune essenziali campionature.

Continua a leggere “Una rivista”

Contro la solitudine e sterilità delle creature

Considerazioni (relativamente) sparse e disseminate a partire da Simona Micali, Creature. La costruzione dell’immaginario postumano tra mutanti, alieni, esseri artificiali, Milano, Shake («cyberpunkline»), 2022, 256 pp.


QUASI UN TENTATIVO DI RECENSIONE.

di Luciano Curreri (ULiège, Traverses, Cipa)

.

A chi milita nella terza schiera.

Di questo coraggioso, denso e intelligente volume esisteva già una versione inglese, et pour cause. In certi paesi anglofoni, o di cultura anglofona, muovendosi tra più dispiegate e meno separate distese di arte, letteratura e cinema (e non solo) e ispirandosi all’antropologia, alla psicologia e alla psicanalisi, alla sociologia e alla sociopolitica e alle scienze e alle rivoluzioni scientifiche tutte (almeno da Copernico a quel Darwin che è un vero filo rosso del saggio, con una decina di citazioni significative dall’inizio alla fine dello stesso), i critici della cultura e gli storici delle idee e dell’immaginario hanno sdoganato e legittimato da tempo questa tipologia di studi.

Qui da noi, in Italia, tali studi vanno ancora, in qualche modo, ‘giustificati’ e soprattutto quando entrano in Accademia, cioè all’Università; e in genere, come è noto, sono stati e sono rilegati, in fanzine anche e ormai storiche come «Yorick Fantasy Magazine», a cura di Massimo Tassi, che quest’anno festeggia 35 anni di vita – 1987-2022 – o in riviste di «letteratura popolare» come «Ilcorsaronero», che in circa 18 anni ha fatto uscire 33 numeri. E sono solo due esempi cui sono affezionato. Restano poi le iniziative di singoli, come quelle promosse e talora insieme curate, tra fantastico e fantascienza (e per la protofantascienza passando), da, soltanto per fare un altro paio di esempi, Fabrizio Foni e Claudio Gallo, mal recensite da chi in Accademia si è posto da sé a una specie di salvaguardia del Canone, con la C maiuscola; quel Canone che in tal caso in particolare ma anche in tanti altri è una sorta di Indice ‘laico’, encore que.

Continua a leggere “Contro la solitudine e sterilità delle creature”

Christian Bobin, la pioggia e la musica di Mozart

Christian Bobin, Mozart e la pioggia, Animamundi Edizioni, 2015, pp.52, € 10,00


di Gustavo Micheletti

.

Lo scrittore francese Christian Bobin è venuto a mancare da poco più di un mese, esattamente il 24 novembre 2022. Era nato a Creusot, in Borgogna, il 24 Aprile 1951 e lì, nella sua casa di campagna, ha trascorso tutta la sua vita. Ci piace ricordarne qui l’opera parlando di un suo piccolo libro che trova in Mozart e nella pioggia il proprio saliente pretesto, l’occasione preziosa colta dall’autore per raccontare al lettore anche il proprio rapporto con la letteratura.

Quasi tutti i libri di Bobin sono “piccoli”, forse perché tutta la sua opera è attraversata da un desiderio di semplicità e di chiarezza, ovvero del tratto principale della musica di Mozart, le cui grandi arie fanno luccicare le note come le foglie di un albero “sotto la benedizione di una pioggia d’estate”. Quello della chiarezza è infatti per Bobin “il più bel dono che possiamo ricevere in questa vita tenebrosa”, ma non si tratta di un dono innocuo, perché talvolta può trafiggerci come un dardo fatale, può illuminarci o ferirci con la stessa disinvoltura, probabilmente perché tutto ciò che ci parla in modo chiaro della vita è anche un’agnizione della morte.

Continua a leggere “Christian Bobin, la pioggia e la musica di Mozart”

Narrativa ottocentesca di potere e matrimonio

Su Giuseppe Traina, Sguardi del potere e sguardi sul potere nell’Ottocento italiano. Studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, Soveria Mannelli, Rubbettino («Filologia e critica letteraria»), 2021, 136 pp., e Fabio Danelon, Il nodo, il nido. Il romanzo matrimoniale dopo l’Unità d’Italia, Venezia, Marsilio («Saggi»), 2022, 202 pp.


DUE RECENSIONI IN UNA, ET POUR CAUSE.

di Luciano Curreri (ULiège, Traverses, Cipa)

.

Due bei libri di critica letteraria, uno sul potere, l’altro sul matrimonio. Entrambi dedicati all’Ottocento italiano. Il primo raccoglie studi su Bini, Collodi, De Amicis, Valera, Cena, il secondo su Imbriani e Fogazzaro. Entrambi fanno tappa su Foucault e l’Histoire de la sexualité, vol. 1, La volonté de savoir (1976). Giuseppe Traina in maniera leggermente più distesa e poi pure ‘debitrice’ del vicino Surveiller et punir. Naissance de la prison (1975), Fabio Danelon solo un paio di volte ma in modo davvero significativo. Due risultati utili: (1) un Ottocento che ancora parla (e non poco) tra engagement e divertissement, in Traina con input da Sebastiano Timpanaro, Carlo Alberto Madrignani e Folco Portinari (richiamato anche da Danelon e sempre per i suoi ancora utili e simpatici affondi raccolti in Le parabole del reale, del 1976), in Danelon soprattutto a partire da Baldacci – ma c’è anche Giorgio Bárberi Squarotti, presente pure in Traina insieme ad altri nomi della nostrana e migliore critica secondo-novecentesca, che giunge fino ai giorni nostri in e anche grazie a questi due nuovi libri (Alberto Asor Rosa, Giancarlo Mazzacurati, Franco Moretti, Rinaldo Rinaldi, Vittorio Spinazzola…); (2) quel Foucault – che più o meno di recente è stato spesso criticato – viene richiamato e usato in entrambi i contributi.

Continua a leggere “Narrativa ottocentesca di potere e matrimonio”

Mauro Germani, “Tra tempo e tempo”

Mauro Germani, Tra tempo e tempo, Readaction ed., Roma 2022, pp.100, € 14,50


di Rinaldo Caddeo

.

Con una prosa limpida, urgente, essenziale, Mauro Germani ci conduce per mano, con garbo, ma senza risparmiarci nulla delle cose che contano, (le perdite, i guadagni, le zone morte, le oasi di pace), nella vita di un uomo, lungo le piazze, le strade, gli angoli reconditi della propria anima, con un percorso circolare e circolatorio.

La prima frase del libro («Sempre più spesso mi rifugio nelle chiese») e l’ultima («Con una speranza che è grido e, insieme, preghiera») ne racchiudono una sintesi. Forse per la prima volta il lemma mistero, così funzionale, nella sua polivalenza, a tutta la ricerca di Germani, riceve un inequivocabile approdo religioso: la rivelazione (si veda, in particolare, il capitolo Il velo e i segni). Ma non è certo l’unico senso.

Si tratta di un libro d’ore e d’incantesimi, di ricordi e di presagi, di ferite aperte e rimarginate. Un libro di sogni liberatori e di incubi ricorrenti, del buio della notte, del vuoto enorme delle navate delle chiese e delle luci accese dietro le vetrate.

Continua a leggere “Mauro Germani, “Tra tempo e tempo””

Inquietum est cor nostrum: Luigi Maria Epicoco, “La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente”

Luigi Maria Epicoco, La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente, Rizzoli, 2022, pp.192, € 16,00


Scarica la recensione in formato pdf

di Luigi Preziosi

.

E’ in libreria da qualche mese La scelta di Enea, edito da Rizzoli, che offre al lettore un’ampia e articolata raccolta di riflessioni sul presente, confuso ed incerto, che ci è dato di vivere. E’ l’ultima opera di Luigi Maria Epicoco, filosofo e teologo che alla profondità di pensiero affianca una ragguardevole capacità di scrittura. Già nella seconda metà del secolo scorso il teologo francese Jossua insisteva sulla necessità di un riavvicinamento tra teologia e letteratura, ed in La scelta di Enea questo risultato, sotto le specie, per quanto attiene al cotè di saggistica letteraria, pare pienamente raggiunto.

Epicoco, infatti, sviluppa il suo personale contributo all’analisi della “fenomenologia del presente”, come recita il sottotitolo, ricorrendo alle suggestioni evocate dal mito di Enea, ed utilizzando alcuni elementi fondanti della narrazione virgiliana come strumenti di interpretazione del nostro presente. Virgilio, dunque, assume nuovamente il ruolo di guida, pur in un contesto opportunamente attualizzato, da un lato, e dall’altro riletto, come avverte l’autore nell’introduzione, avendo “come punto di riferimento l’esperienza cristiana”, “nella convinzione che il messaggio del Vangelo e soprattutto la persona di Gesù siano lo sguardo più realistico e al tempo stesso più positivo che si possa avere sul mondo e sulla vita”. Ed ancora: Virgilio come anticipatore (se non profeta, ma per via diversa da quella leggendaria della Quarta ecloga), o almeno come descrittore di condizioni esistenziali evidentemente comuni all’uomo del suo tempo e a quello contemporaneo, che, peraltro, rispetto al primo, ha dalla sua l’immenso lascito della Rivelazione cristiana.

Continua a leggere “Inquietum est cor nostrum: Luigi Maria Epicoco, “La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente””

Scrittori inglesi e americani nel cuore della “patria della bellezza”

Paolo Fantozzi, Anglo-Toscana. Scrittori inglesi e americani nel paesaggio toscano, Apice libri, 2022, pp. 256, 15 euro


di Gustavo Micheletti

.

Scrittori inglesi e americani nel cuore della “patria della bellezza”.

Quando Percy Bysshe Shelley salpò dal porto di Livorno a bordo della sua imbarcazione, il Don Juan, per recarsi a Lerici era l’otto Luglio del 1822. Durante quell’estate particolarmente calda ebbe così inizio il suo ultimo viaggio e la storia del suo naufragio. Il suo corpo, già in stato di putrefazione, fu ritrovato sulla spiaggia di Viareggio e venne riconosciuto solo perché aveva ancora in tasca un volume delle poesie di John Keats. George Gordon Byron e altri amici assistettero sul posto alla cremazione del corpo di Shelley pensando alla grandezza e alla desolazione che quei luoghi gli avevano sempre ispirato e videro il suo cadavere aprirsi davanti ai loro occhi fino a scoprire il cuore.

A Viareggio, non lontano dal molo, una grande piazza alberata è ancora intitolata al poeta, che pare fosse solito passare ore a osservare le lucciole. Così almeno riporta Leigh Hunt in una lettera, e una notte a questo caro amico del poeta venne da chiedersi se qualcuna delle particelle che aveva lasciato sulla terra non alimentasse la loro leggiadra e amorevole luce.

Continua a leggere “Scrittori inglesi e americani nel cuore della “patria della bellezza””

Un nero crescente doloroso e felice

Patrizia Baglione, Nero crescente, RPlibri, 2022, pp.68, € 12,00


di Francisco Soriano

.

Un nero crescente doloroso e felice

Più che uno spazio, un luogo ameno o un tempo dimenticato fra intercapedini della memoria, la dolorosa felicità di un amore risiede in un vacuo esistere alla stregua di monadi che si attraggono e, a tratti, irrimediabilmente si respingono. Poi, è il corpo esposto a ogni intemperia, logoramento ineluttabile nella sua fragile e ombrosa essenza: “Sono rosse e carnose / le labbra recise / sotto i piedi dell’ombra / del tuo fragile corpo / da qui, le vedo e le sento / chiacchierare tra loro / un crepitio assordante / che non smette un secondo //.

L’andamento è in forma di frammenti, destrutturati e ricomposti, subito adagiati nel cunicolo vibrante del suono, appena sussurrati come una litanìa d’altri tempi:

In ogni fibra / di ogni intimo gesto / sei livido violaceo / che non scompare, resta / e scorre, parla //.

Continua a leggere “Un nero crescente doloroso e felice”

Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano

Antonino Contiliano, Sparse disarmoniche, Prova d’Autore, 2022, €14,00


Clip del libro su RetroguardiaTV

di Giacomo Cuttone

.

Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano

Un libro eterodosso. Un conflitto antagonista est-etico-politico il nuovo libro di poesie “Sparse Disarmoniche” di Antonino Contiliano. Un tessuto che, tra il soggettivo e l’inter-soggettivo della rete linguistico-semiotica, lascia cadere acidi liberatori di senso. Sensi in processo, e legati alla storia e ai linguaggi in cammino. Una sfida al caos di classe della fossilizzazione e della canalizzazione uniformante dell’attuale mondo robotizzato e telecomandato dei padroni.

Continua a leggere “Il divenire conflitto politico della poesia tra i “versi” di A. Contiliano”

Il wu wei della poesia contro le guerre n.40: Stefano Lanuzza, “Stupor mundi”. Lettura di Fabiola Filardo

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Stefano Lanuzza, “Stupor mundi”. Lettura di Fabiola Filardo


Ascolta la poesia anche su:

Anchor e Spotify

[Qui tutti i podcast di Il wu wei della poesia contro le guerre su RETROGUARDIA]


Continua a leggere “Il wu wei della poesia contro le guerre n.40: Stefano Lanuzza, “Stupor mundi”. Lettura di Fabiola Filardo”

Mauro Germani, “Storie di un’altra storia”

Mauro Germani, Storie di un’altra storia, Calibano editore, 2022, pp.144, € 14,00


di Francesco Sasso

.

Storie di un’altra storia è una raccolta di racconti di Mauro Germani. In questo libro troverete un po’ di mistero, un po’ di introspezione, un po’ di fantastico e un corteo di figurine grottesche, ridicole, lacrimevoli come se ne trovano nella vita e nei libri.

Mauro Germani è lo storico, il cronista e il poeta dei disgraziati e dei sacrificati, dei poveri umiliati, dei personaggi in cerca d’identità o di luoghi ideali, spaesati, di tutti quelli ai quali la vita dice di no.

Continua a leggere “Mauro Germani, “Storie di un’altra storia””

In “Via memoriæ / Via crucis”, il “tra” di Marco Palladini

Marco Palladini, Via memoriæ / Via crucis, Gattomerlino, 2022, pp.74, €15,00


di Antonino Contiliano

.

In “Via memoriæ / Via crucis”

il “tradi Marco Palladini

Clip del libro su RetroguardiaTV

Via memoriæ / Via crucis” è il titolo della nuova pubblicazione poetica (Gattomerlino, 2022) di Marco Palladini (la prefazione è curata da Francesco Perozzi). Il libro porta anche il sottotitolo “tra il poetico e il politico”. Una specificazione (s.n.) piuttosto significativa: suggerisce infatti un certo rapporto tra “poetico” e “politico”. Un rapporto che ci permette di rilevare sia una inscindibile connessione liminale tra le due pratiche politiche (c’è una politicità della letteratura, dell’arte e della poesia), sia il diverso e conflittuale regime di senso cui rinviano nel momento stesso in cui si adoperano per riflettere lo stesso rapporto parole-cose. Vero è infatti che la politicità della poesia è altra cosa rispetto alla politicità del “politico”. Se il politico, qui, è inteso come potere, o come adesione di un militante ad un partito specifico e alle sue regole, o a una visione teorica data e alle pratiche di regime stabilite è scelta che non tocca i testi di questa nuova raccolta di Palladini. La politicità della poesia gioca infatti sulla sospensione del preordinato e univoco rapporto segni-cose-espressioni delle cose e del significato loro ordinato; diversamente, spinge a vedere e a leggere l’intreccio come dei sintomi da decifrare e collegare come un insieme particolare di spinte e controspinte. Infatti ci si trova nel mondo che sulle cose e sui corpi lascia dei segni che avviano a una significazione mobile (non pacifica) tra le parole, le cose significate e le azioni possibili. Il rapporto di assenso o di dissenso tra la ragione e le volontà degli agenti, coinvolti nella significazione, non è più né obbligato né gerarchico come nel quadro del modello della “rappresentazione” classica; quella che fissava modi di espressione-comunicazione e posizioni socio-politiche preordinati. È il conflitto. Il conflitto che le parole innescano in itinere quando dalla muta figura della scrittura si passa alla lettura dinamica dei nessi che il chiunque è chiamato a fare per guardare le posizioni e, nel contesto di una società e di un’epoca storica, interpretare-trasformare i regimi d’ordine dicibile-visibile dominanti. È il conflitto (il disaccordo e il malinteso) – direbbe Jacques Rancière – dei “senza parte” che, discordando, nella processualità degli eventi (circostanze e contingenze) costruiscono nuovi oggetti e nuovi soggetti che richiedono condotte e comportamenti altri.

Continua a leggere “In “Via memoriæ / Via crucis”, il “tra” di Marco Palladini”

Stefano Lanuzza, “Senza meta. Biblioteca degli erranti”

Stefano Lanuzza, Senza meta. Biblioteca degli erranti, Arsenio Edizioni, 2022, pp.322, € 25,00


di Ernestina Pellegrini (Università di Firenze), “Antologia Vieusseux”

.

Clip del libro su RetroguardiaTV

La bibliografia delle opere di Stefano Lanuzza (critico militante, saggista, poeta, artista figurativo) è imponente, e si farebbe fatica a farne un regesto completo, a cominciare da Alberto Savinio (1979) a Senza Storia. ‘900 e contemporanei della letteratura italiana (2021) e fino al recente Senza meta. Biblioteca degli erranti (Arsenio Edizioni, 2022, pp.322, € 25,00) – solo per stabilire dei limiti, ricordando il primo testo con cui l’ho conosciuto e l’ultimo che ho letto integralmente; anche se mi sono arrivati sul tavolo, negli ultimi mesi, altri suoi libri molto interessanti: Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal (2022), che è una rilettura attenta ed empatica del capolavoro del romanziere francese di cui Sciascia disse “Non è mai stato anziano, né mai lo saranno i suoi lettori”.

Continua a leggere “Stefano Lanuzza, “Senza meta. Biblioteca degli erranti””

Stefano Lanuzza, “Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal”

Stefano Lanuzza, Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal, Jouvence, 2022, pp.141, €12,00


di Francesco Sasso

.

Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal di Stefano Lanuzza è un saggio a forma di romanzo sulla vita di Henri Beyle/Stendhal. Un’unica esistenza, due anime contrapposte.

Lanuzza ci racconta con finezza e puntualità come Henri Beyle, noto sotto lo pseudonimo di Stendhal (1783-1842), fu dotato di uno spirito di osservazione acutissimo: egli seppe scrutare gli uomini ed il suo realismo è di carattere psicologico. Lo scopo di Stendhal fu di svelare e notare i segreti motivi delle nostre azioni, afferrandone le minime sfumature con sicurezza. Stessa operazione compiuta da Lanuzza in questo saggio su Stendhal/Henri Beyle.

Continua a leggere “Stefano Lanuzza, “Una tragica giovinezza. Il Rosso e il Nero di Stendhal””

Macedonio Fernandez, “Quaderni di tutto e nulla”. Dalla certezza d’essere alla sua estinzione e ritorno

Macedonio Fernandez, Quaderni di tutto e nulla, Prospero Editore, 2022, pp. 160, € 14,00


di Gustavo Micheletti

.

La traduzione in italiano dei Quaderni di tutto e nulla di Macedonio Fernández (per Prospero editore, a cura di Irina Bajini) è di buon auspicio: consente infatti di sperare che uno degli scrittori e dei pensatori più originali dell’America latina, maestro e amico di Jorge Luis Borges, sia finalmente conosciuto anche in Italia come in molti altri paesi del mondo e come da troppo tempo merita.

Le traduzioni di opere letterarie di Macedonio in Italia sono state infatti fino ad oggi piuttosto rare: la più recente, presso l’editore Castelvecchi (dopo la prima e storica per il Melangolo, del 1992), è quella del Museo del Romanzo della Eterna; ma bisogna andare indietro con gli anni per trovarne una di qualche racconto: una breve raccolta fu pubblicata nella Biblioteca blu di Franco Maria Ricci, a cura di Marcelo Ravoni, col titolo La materia del Nulla.

Continua a leggere “Macedonio Fernandez, “Quaderni di tutto e nulla”. Dalla certezza d’essere alla sua estinzione e ritorno”

Francisco Soriano, “frammenti”. Un immaginario resistente fra tempo e spazio

Francisco Soriano, frammenti, Eretica Edizioni, 2022, pp.92, €15,00


di Paolo Lago

.

I “frammenti” (così suona il titolo) che costituiscono questa raccolta poetica di Francisco Soriano sono legati fra di loro da un incessante movimento fra spazio e tempo e si uniscono sinuosamente fino a costituire l’aspetto formale di un poemetto il cui ritmo ora accelera, ora, invece, decresce e rallenta. Le stesse poesie appaiono come dei “cocci” (ricordiamo che Catullo chiamava i suoi versi nugae, “sciocchezze” e Petrarca proprio fragmenta, dei “frammenti” in volgare) raccolti lungo un incedere dalle parvenze picaresche, un incedere senza meta che conduce il poeta a un viaggio a metà fra reale e immaginario: “raccolgo i cocci. / mi accorgo – / sono poesie” – leggiamo nel primo componimento, che suona quasi come un proemio. Quei cocci raccolti per strada, lungo il cammino, vengono plasmati e riattaccati insieme come in un antico mosaico ricostruito, emerso dai sogni e da un immaginario che non si potrebbe definire altrimenti che resistente. È da questo immaginario che emergono i cocci e il poeta, come un archeologo incantatore, quasi come il Fellini fattucchiere e mago che oniricamente rievoca al cinema il mondo antico del Satyricon di Petronio, li ricuce insieme per creare quel piccolo gioiello che noi lettori abbiamo adesso sotto gli occhi: un poemetto, appunto, costruito solo con lettere minuscole (secondo uno stile che Soriano utilizza anche per i suoi suggestivi interventi su “Carmilla online”) che si muove sinuoso come un racconto che attraversa inesorabile, con il suo spirito contemporaneamente esangue e battagliero, una concrezione immaginaria di spazi e tempi.

Continua a leggere “Francisco Soriano, “frammenti”. Un immaginario resistente fra tempo e spazio”

Lucette & Céline

Lucette & Céline

J’ai toujours dormi ainsi dans le bruit atroce depuis décembre 14.

J’ai attrapé la guerre dans ma tête. Elle est enfermée dans ma tête.

(Louis-Ferdinand Céline, Guerre, 2022)


di Stefano Lanuzza 

.

Dopo il libro di Sandra Vanbremeersch, La Dame couchée (2021), tradotto in Italia nel 2022 da Marta Morazzoni col titolo di Buongiorno, madame Céline, seguono in Francia la seconda edizione (2022) di Madame Céline, autore David Alliot, e Guerre (2022) di Louis-Ferdinand Céline.

Il primo libro e il secondo riguardano la vedova di Céline, Lucette Almanzor; il terzo, uscito il 5 maggio 2022 in 80mila copie chez Gallimard (che lo presenta come “pezzo capitale nell’opera dello scrittore”), è un inedito ritrovato: un testo che, in mancanza di dati filologici convincenti, potrebbe adombrare un romanzo a parte, elaborato, forse, nel 1934; oppure, più verosimilmente, costituire uno stralcio del Voyage au bout de la nuit (1932) finito nelle mani del giornalista Jean-Pierre Thibaudat e rimasto inedito per molti anni… Più probabilmente – asserisce Pierluigi Pellini –, “Guerre è un abbozzo scartato del Voyage, scritto fra il ’30 e il ’31[…]. Dev’essere stato espunto dall’autore per la sua oltranza pornografica” (“Alias/il manifesto”, 26 giugno 2022).

Continua a leggere “Lucette & Céline”

In balia di Dante e Pinocchio

Stefano Jossa e Luciano Curreri, In balìa di Dante e Pinocchio. Seguito da: Il viaggio di Pinocchio nell’aldilà dantesco di Bettino d’Aloja, Ediz. illustrata da Fabio Magnasciutti, Mauvais Livres, 2022, 4 voll., 180 pp., € 35,00


di Luigi Preziosi

.

Esce presso la giovane e coraggiosa editrice Mauvais livres un pregevole cofanetto, composto di quattro piccoli libri il cui insieme viene sintetizzato nel titolo In balia di Dante e Pinocchio. Al più corposo dei quattro hanno posto mano Stefano Jossa, docente all’Università di Palermo, a cui si deve la prefazione A braccetto, e Luciano Curreri, ordinario di Lingua e letteratura italiane presso l’Università di Liegi, autore della postfazione Un’altra idea di Dante a partire da Pinocchio?

La particolarità di questa edizione consiste nell’affiancare ai due saggi i tre albi, Pinocchio all’inferno, Pinocchio nel Purgatorio, Pinocchio nel Paradiso, che compongono Il viaggio di Pinocchio nell’aldilà dantesco di Bettino D’Aloja, originariamente uscito negli anni Venti presso la casa editrice fiorentina Nerbini. Questo particolare assemblaggio consiglia agli autori la gustosa nota finale, in cui si insiste sul carattere “dadaista” del libro, “perché vorrebbe essere per ragazzi, per adulti, per accademici, per amanti del pop, per innamorati di Dante, Pinocchio e dell’Italia, per curiosi e per oppositori,… perché potete farne quello che volete: scorporarlo in due, o anche in quattro libri, godervi le illustrazioni… e ignorare il testo in tutto o in parte (di chiunque), o viceversa, fare entrambe le cose in tutte le combinazioni possibili….”.

Continua a leggere “In balia di Dante e Pinocchio”

Nei ripostigli dei giorni, sentire le cose parlare. Marco Giovannetti, “Cantiamo ciò che non abbiamo”

Nei ripostigli dei giorni, sentire le cose parlare


di Gustavo Micheletti

.

Come un pupazzo a molla che salta da un ventre di legno, preda del desiderio di prendere ancora e sempre parte alla vita, o come un foglio accartocciato in un cestino e riaperto con circospezione per ritrovarvi le tracce di quanto non è mai accaduto, o “un sogno impalpabile di luce e di calore/che vaga tra l’erba e le piante del prato”, siamo alla fine questo stesso qualcuno afferrato da “una acuta ed inutile voglia” di sedersi per terra e di non fare più nulla per lasciarsi sorprendere dal proprio sguardo sul mondo. Si tratta solo di sapersi riconoscere in pochi momenti essenziali in cui si resta sospesi, in quei pochi smisurati istanti in cui la vita intera pare tirare le fila e disegnare un profilo nell’aria, il nostro o quello di uno sconosciuto, di quel pupazzo un po’ sinistro e ignoto che siamo, sogni di altri non meno ignoti, di un destino ridente che ci fa assomigliare ad un piccolo Dio con la sua aura di banalità che lo accompagna come un’ombra.

Continua a leggere “Nei ripostigli dei giorni, sentire le cose parlare. Marco Giovannetti, “Cantiamo ciò che non abbiamo””

Il poeta scrive col cuore. Marco Palladini, “Via memoriae / Via crucis”

Marco Palladini, Via memoriae / Via crucis, Roma, gattomerlino, 2022, pp. 74, € 15,00


di Stefano Lanuzza

.

Clip del libro su RetroguardiaTV

Mai libro di Marco Palladini, poligrafo tra i maggiori protagonisti d’una ‘scuola romana’ indeterminata quanto ricca di fermenti innovativi, fu più accorato di Via memoriae / Via crucis (Roma, gattomerlino, 2022, pp. 74, € 15,00), raccolta di versi e apologhi poematico-prosastici che reca in copertina un cuore colante, offerto su un piatto da due anonime mani sorte dal fogliame mimato da una carta da parati.

È un libro esperienziale dove il ‘ri/cordare’ è ‘ri/condurre al cuore’ (re-cordis), a un poetante ‘scrivere col cuore’ senza retorici epicedi e senza sospirare il passato vissuto dai soggetti rammemorati, ma dialogando intimamente con questi mantenendoli presenti: compreso un Giorgio de Chirico con la sua “metafisica discontinua” di enigmatici manichini e “straniti paesaggi”, ma poi di baroccheggianti, ancor più singolari, “sontuosi ghirigori versicolori”. Festevolmente vi si accorda una debita “standing ovation ultima” per Maradona, “el pibe Dieguito”, piccolo fuoriclasse unico e irripetibile, giganteggiante “nell’Olimpo del mondo pallonaro”.

Continua a leggere “Il poeta scrive col cuore. Marco Palladini, “Via memoriae / Via crucis””

Il passo ‘danzante’ della poesia. Isabella Horn, “Viandanzando”

Isabella Horn, Viandanzando, Villanova di Guidonia, Aletti Editore, 2022, pp. 64, € 12,00


di Stefano Lanuzza

.

Potrei credere soltanto a un dio che sapesse danzare (F. Nietzsche, Così parlò Zarathustra, 1883/85)

Tedesca di nascita e madrelingua, autrice di numerosi libri di poesia scritti in italiano (un ‘caso’ letterario tutto da rilevare), Isabella Horn, filologa e traduttrice, nel 2014 cura per Stampa Alternativa la traduzione (Maledetta civiltà) del saggio Die verfluchte Kultur (1921) di Theodor Lessing.

Seguono un raro studio sulla versione tedesca del romanzo Horcynus Orca (1975) di Stefano D’Arrigo (in “Retididedalus”, giugno 2015) e la curatela del libello 20. Juli 1944 – Personen und Aktionen (2001) di Georg Holmsten, pubblicato da Mimesis nel 2020 col titolo di Contro Hitler: una ricostruzione del tentativo di attentato (20 luglio 1944) contro il Führer da parte di Claus von Stauffenberg e altri: tra questi il giornalista Siegfried Horn, padre della stessa autrice.

Continua a leggere “Il passo ‘danzante’ della poesia. Isabella Horn, “Viandanzando””

Giuseppe Culicchia, “Il tempo di vivere con te” & Gemma Calabresi Milite, “La crepa e la luce”

Giuseppe Culicchia, Il tempo di vivere con te, Mondadori, 2021, pp.168, € 17,00

Gemma Calabresi Milite, La crepa e la luce, Mondadori, 2022, pp.144, € 17,50


di Luigi Preziosi

.

La letteratura che trae origine dagli anni di piombo ha finora prodotto esiti di diversa rilevanza in un variegato universo di testi, appartenenti alle categorie della narrativa, della saggistica (svariante in un ampio ventaglio di campi dal giuridico al politico al sociologico) e della memorialistica. In quest’ultimo ambito, hanno particolare rilevanza due tra i libri di più recente uscita, Il tempo di vivere con te, di Giuseppe Culicchia, e La crepa e la luce, di Gemma Calabresi Milite, entrambi usciti presso Mondadori, l’uno nel 2021, l’altro pochi mesi fa.

L’accostamento non sembri arbitrario.

In entrambi la memoria è indiretta, ed originata e sostenuta dalle ragioni dell’amore. In entrambi la narrazione è incentrata, più che sulla rievocazione dei fatti tragici che pur ne costituiscono il fondamento, sulla rappresentazione di questo amore, di come si possa addensare e solidificare e restare attuale nel tempo tanto da poter essere finalmente raccontato quarant’anni più tardi. Soprattutto, entrambi esigono dal lettore una disposizione ad una pietas senza limiti: dall’abisso di emozioni che i due libri suscitano risaliremo più umani.

Continua a leggere “Giuseppe Culicchia, “Il tempo di vivere con te” & Gemma Calabresi Milite, “La crepa e la luce””

“Schedato”, fra Dodici poeti …, A. Contiliano “cavaliere della luna”

Schedato”, fra Dodici poeti …, A. Contiliano cavaliere della luna”


di Giacomo Cuttone

La casa editrice “Prova d’Autore”, a cura del poeta Mario Grasso, pubblica (maggio 2022) Ricordi e Riflessioni di Dodici Poeti: Sebastiano Aglieco, Maria Patrizia Allotta, Salvatore Bommarito, Antonio Contiliano, Giuseppe Digiacomo, Grazia Dormiente, Aldo Gerbino, Angelo Maugeri, Francesco Nicolosi Fazio, Santina Paradiso, Tommaso Romano, Lucio Zinna. Tutti poeti ultrasessantenni che, prescelti (scrive il curatore), si auto-testimoniano per racconto autobiografico, “occasione evocativa […] chiara fama di autorevoli consensi”. […] testimoni di momenti di una storia del costume, della politica, della civiltà, […] “che, con l’avvento di Internet, hanno subito importanti cambiamenti nella loro frequenza, presenza, ricorrenza, creato rivoluzioni nella cultura”. Cultura, ben inteso, come vita di relazione e tendenza a privilegiare interessi motivati” […] cari a un Poeta”.

Continua a leggere ““Schedato”, fra Dodici poeti …, A. Contiliano “cavaliere della luna””

LEGACCETTI (recensioni come ricordi): Giose Rimanelli, “Tiro al piccione”

Approssimazioni a Giose Rimanelli (1925-2018), Tiro al piccione [Milano, Mondadori, 1953], Introduzione di Sheryl Lynn Postman, Postfazione di Anna Maria Milone, Soveria Mannelli, Rubbettino («Velvet»), 2022, 268 pp., 18 euro1.


di Luciano Curreri* (ULIEGE, Belgique)

.

I.

Che lo si voglia ammettere o non, Marco Laudato – narratore interno protagonista del romanzo Tiro al piccione, uscito per la prima volta nel 1953 da Mondadori in «La Medusa degli italiani» (e anche, nello stesso anno, se non ricordo male, da Trevi, nella collana «I Miti», in un’edizione non autorizzata, ancora ristampata nel 1974) – è l’alter ego dell’autore, Giose Rimanelli.

Come quest’ultimo, nato il 28 novembre del 1925, ha ancora diciassette anni quando in Italia, a partire dall’autunno del 1943, la Repubblica sociale italiana, altrimenti detta Repubblica di Salò, spacca il paese e le coscienze in due. Fare una scelta è già dura, fare la scelta considerata giusta dai vincitori futuri, con meno di vent’anni, lo è ancora di più. Meno di vent’anni significa – a quell’altezza temporale – aver conosciuto solo il fascismo imperante, in Italia, specie se abiti in un paesino, Casacalenda, di una regione del Sud, il Molise, e se appartieni a una famiglia sostanzialmente povera, che non ha strumenti e che spera di poterti tracciare un altro orizzonte di vita in seno a un seminario, a un collegio di religiosi; un collegio che non è un rifugio per antifascisti ma un luogo in cui un primo tempo della seconda guerra mondiale, dal 1939 al 1943, viene quasi congelato in un lustro di canti, preghiere e studi. Quando ne scappi, insieme al tuo migliore amico, Guido, non hai punti di riferimento utili e il conflitto mondiale si è come raddoppiato, in Italia, in seno a una guerra civile che ne accompagna la fine tra autunno 1943 e primavera 1945. Quel che capita ai due amici, ai due «abati» (p. 248), come li chiama il barbiere del paese, è significativo: Marco scappa al Nord, a Venezia, aiutato da due tedeschi che gli danno un passaggio su un camion, mentre Guido, poco dopo, da tedeschi in più tragica e distinta ritirata, sarà ammazzato proprio mentre al saluto mortale dei tedeschi tenta di sottrarsi.

Continua a leggere “LEGACCETTI (recensioni come ricordi): Giose Rimanelli, “Tiro al piccione””

Una rivista ‘enciclopedica’

Una rivista ‘enciclopedica’


di Stefano Lanuzza 

.

Consta di quasi 500 pagine il numero 253 (2022) di Fermenti, una delle poche sopravviventi riviste letterarie italiane cartacee; e che, diretta da Velio Carratoni, mantiene la sua periodicità annuale adunando una folla quanto mai varia di collaboratori – critici narratori poeti e artisti figurativi.

Dopo l’editoriale di Carratoni sospeso tra analisi sociale, concentrazione di aforismi e una serie di sue poesie dominate dai temi della ‘maschera’ e della metamorfosi, è di grande interesse il saggio dell’epistemologo Alberto Artosi sulla Colonia digitale e il programmato sistema di controllo e coazione dei soggetti.

Continua a leggere “Una rivista ‘enciclopedica’”

Antonio Franchini, “Leggere possedere vendere bruciare”

Antonio Franchini, Leggere possedere vendere bruciare, Marsilio Editore, 2022, pp.128, € 15,00


di Gabriele Lastrucci

.

Ho appena finito di leggere il nuovo libro di Antonio Franchini (Marsilio Editore): Leggere possedere vendere bruciare.

L’ho letto d’un fiato, come si faceva da ragazzi, con l’urgenza tipica di chi vuole “bruciare” il tempo, appunto, più che viverlo con la tenace pazienza che la vita, a volte, merita. A volte…

Continua a leggere “Antonio Franchini, “Leggere possedere vendere bruciare””

Alex Bardascino e Luciano Curreri, “100 anni di Mario Rigoni Stern”

Alex Bardascino e Luciano Curreri, 100 anni di Mario Rigoni Stern, Mimesis, 2021, 136 pp., € 12,00


di Francesco Sasso

Sono in leggero ritardo con questo libro, che ho letto con interesse e che qui segnalo. Il libro in questione è 100 anni di Mario Rigoni Stern, edito da Mimesis nel 2021, di Alex Bardascino e Luciano Curreri.

Analizzare le opere letterarie di uno scrittore, lungo l’arco complessivo del suo svolgimento, è discorso particolarmente complesso, profondo e allusivo. Il più delle volte, l’opera letteraria appare singolarmente proteiforme, slitta sui significati, si accoppia al tempo presente generando sottili e nuovi rimandi, dando vita a interpretazioni mai univoche.

È forse per questo motivo che gli autori di 100 anni di Mario Rigoni Stern decidono di non vestire l’abito da sera dello scienziato-filologo, convinti di poter dominare il testo, ma di indossare l’abito sportivo, reversibile e a più entrate di lettori appassionati e devoti.

Continua a leggere “Alex Bardascino e Luciano Curreri, “100 anni di Mario Rigoni Stern””

Il gatto e il filosofo. Stefano Scrima, “Sette vite non bastano”

Stefano Scrima, Sette vite non bastano, Aprilia, Ortica editrice, 2022, pp. 84, € 9,00


di Stefano Lanuzza 

.

Dialoga col suo sacrale gatto birmano di nome Washington il giovane filosofo Stefano Scrima (1987), che al suo peloso interlocutore dallo sguardo insostenibile dedica il volumetto carico di pensiero Sette vite non bastano (Aprilia, Ortica editrice, 2022, pp. 84, € 9,00).

Mantiene una certa aria di sufficienza, quel felino che lascia vagare i suoi dolci, flemmatici occhi blu senza mai perdere di vista ogni cosa; e quando il filosofo gli chiede reverente di cedergli almeno una delle sue rinomate “sette vite”, quell’araldo infero lo guarda compassionevole da distanze abissali facendo le fusa prima d’inalberare le sue segnaletiche orecchie rosse e, senza sprecarsi in risposte, fa intendere che a lui, sette vite, mica bastano.

Allora che può eccepire il filosofo cui, per quanto ha da fare, una sola vita non è sufficiente? Per dirla tutta, a lui, al pari del grande Miguel de Unamuno cui ha dedicato il libro Non voglio morire (2015), di morire non va proprio. “Non voglio morire; non voglio e non voglio volerlo” dichiara il per una volta edonista Unamuno.

Continua a leggere “Il gatto e il filosofo. Stefano Scrima, “Sette vite non bastano””

Paolo De Luca, “Stige”

Paolo De Luca, Stige, ilmiolibro self publishing, 2019, 300 pp., 22€


di Francesco Sasso

.

La storia ha inizio nel 2006. Nella campagna di Ercolano, mentre un escavatore è al lavoro per le fondazioni della villa di un piccolo boss malavitoso, viene disseppellito un oggetto di epoca romana. L’oggetto è una cassetta di legno avvolta in una tela catramata e carbonizzata. Essa contiene un vasetto d’oro e una pergamena. La pergamena è indecifrabile ai più, non perché corrotta dal tempo, ma perché utilizza un linguaggio decifrato. L’oggetto finisce nelle mani di un importante ricettatore di opere antiche, il quale lo mette all’asta online attraverso gli usuali canali illegali. Da quel momento, la pergamena attira l’attenzione di studiosi e non solo. In Vaticano sono pochi a sapere che una copia simile è stata trovata nella tomba di Paolo dopo una ricognizione mai pubblicizzata. Purtroppo di questa ultima copia paolina si sono salvati pochi frammenti. E da qui il racconto si dipana in mille vicissitudini. Man mano che la narrazione procede, si comprende che, una volta decifrato, lo scritto rivelerà una verità che potrebbe cambiare la lettura storica del cristianesimo e, dunque, far barcollare l’intero mondo cattolico.

Continua a leggere “Paolo De Luca, “Stige””

I bambini di Louis-Ferdinand Céline. Luisa Crismani, “Hardi petit!”. Attraverso i bambini, Céline

Luisa Crismani, “Hardi petit!”. Attraverso i bambini, Céline, Trieste, Asterios, 2021, pp. 230, € 29,00


di Stefano Lanuzza 

.

Così il dottor Destouches (Louis-Ferdinand Céline, 1894-1961) è ricordato dall’amica pittrice Éliane Bonabel: “Non aveva modi arroganti come a volte altri medici. Quando arrivava [in ambulatorio] salutava tutti, era quasi sempre allegro, gioviale, la sua gentilezza e la sua disponibilità verso i bambini sembravano inesauribili” (Ricordi di Clichy, 2002). Sono i bambini su cui Luisa Crismani, pedagogista e letterata, orienta il suo “Hardi petit!”. Attraverso i bambini, Céline (Trieste, Asterios, 2021, pp. 230, € 29,00): non saggio, non biografia, ma diario di un “incontro” e d’un “colloquio” passando dal “Vous Monsieur Céline” all’affettuoso “Tu”, nei toni d’una lunga lettera, si dica pure ‘d’amore’, scritta con mimetica empatia e senza smancerie, stando ai fatti e affidandosi all’immaginazione intesa – è spiegato – “come strumento di conoscenza”.

Continua a leggere “I bambini di Louis-Ferdinand Céline. Luisa Crismani, “Hardi petit!”. Attraverso i bambini, Céline”

ESERCIZI DI LETTURA: E in questo istante tu dormi e sorridi. Paolo Buchignani, “L’orma dei passi perduti”

Paolo Buchignani, L’orma dei passi perduti, Tralerighe editore, 2021, PP.236, € 16,00


di Gustavo Micheletti

.

Lo sdegno che da ragazzo Lapo provava per l’ingiustizia gli era rimasto nel sangue, come il gusto di ricordare. Anche nella capanna assediata dalla furia di un temporale il passato lasciava la sua orma. Gli uomini scompaiono tutti, pensava, chi da gigante e chi da nano, sotto il cielo stellato o dentro un abisso di silenzio, scompaiono lasciando una debole memoria o una traccia profonda.

Quando si fu estinta in lui ogni forma d’intolleranza giovanile, quella “che divideva gli uomini in ‘compagni’ e ‘nemici’, che rendeva ciechi di fronte alle ragioni dell’altro, al mistero del suo essere uomo”, il professor Lapo Tusci, docente di materia letterarie, si recava spesso sul passo di Dante, sul colle per cui i pisan veder Lucca non ponno: gli piaceva pensare che da lì fosse passato il sommo poeta e vi si tratteneva a lasciar affiorare i ricordi della sua vita. Di quando bambino, in soffitta, osservava il pulviscolo danzare in un fascio di luce mentre spiava le formiche, o di quella volta che schiacciò un ragno facendone uscire un liquido giallognolo. Da quella soffitta “il mondo gli pareva piccolo e buffo” e mentre sognava di recitarvi un ruolo da protagonista si sentiva già un suo spettatore appartato.

Continua a leggere “ESERCIZI DI LETTURA: E in questo istante tu dormi e sorridi. Paolo Buchignani, “L’orma dei passi perduti””

Stefano Lanuzza, “‘900 out. Scrittori italiani irregolari” e “Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana”

Stefano Lanuzza, ‘900 out. Scrittori italiani irregolari, Fermenti editrice, 2017, pp.294, € 24,00

Stefano Lanuzza, Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana, Oèdipus edizioni, 2021, pp.288, €17,50


di Francesco Sasso

.

Stefano Lanuzza in questi ultimi anni ha pubblicato una corposa e chiara cartografia della letteratura italiana del Novecento: ‘900 out. Scrittori italiani irregolari (Fermenti editrice) e Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana (Oèdipus edizioni).

Non è facile scrivere una storia della letteratura italiana del Novecento: c’è dietro la grande tradizione storiografica e una concezione alta dell’opera d’arte. Inoltre, la letteratura non è semplice linguaggio oppure insieme di opere stampate, pubblicate e diffuse; recepite come tali, prima di tutto, proprio in quanto scritte. È persino ovvio dire che un’opera non assume a dignità letteraria dal semplice fatto di essere scritta e pubblicata. Un’opera letteraria deve essere letta e riletta. E qui si spalanca una voragine: il problema della ricezione delle opere letterarie e di come il pubblico sia condizionato e influenzato da alcuni stereotipi del sistema culturale a individuare e accettare come capolavori determinate opere e scartarne altre, non corrispondenti alle attese, ai gusti e ai valori della comunità leggente.

Continua a leggere “Stefano Lanuzza, “‘900 out. Scrittori italiani irregolari” e “Senza storia. ‘900 e contemporanei della Letteratura italiana””

Carlo Kik Ditto, “Immacolata intercessione”

Carlo Kik Ditto, Immacolata intercessione, Il ramo e la foglia edizioni, 2021, pp.208, € 16,00


di Francesco Sasso

.

Carlo Kik Ditto, classe 1976, è nato a Potenza e vive a Napoli, è giornalista. Nel suo ultimo lavoro, Immacolata intercessione (Il ramo e la foglia edizioni), narra quella che potremmo definire una fiaba moderna senza fate, orchi, giganti e affini. Siamo a Chicago (Illinois) nel 1988. Unicorn e Shebop sono due amici e coinquilini. Unicorn è un attore porno gay, molto religioso e praticante. Shebop è una drag queen transessuale, parrucchiera ed è la star del Blue Tongue con una fissazione per la cantante Cyndi Lauper. Entrambi vivono il loro lavoro con naturalezza e consapevolezza. Un giorno nel negozio di Shebop si presenta una giovane donna di nome Mary e l’esistenza dei due protagonisti cambia radicalmente: Shebop è incinta.

Continua a leggere “Carlo Kik Ditto, “Immacolata intercessione””

Della felicità. Valeria Di Felice, “El batiente de la felicidad”

Valeria Di Felice, El batiente de la felicidad, Sevilla, Renacimiento, 2021, pp. 96, € 15,90


di Stefano Lanuzza 

.

Esce in versione bilingue di spagnolo e italiano il volume di poesie El batiente de la felicidad [Il battente della felicità] (Sevilla, Renacimiento, 2021, pp. 96, € 15,90) di – nomen omen – Valeria Di Felice.

Sono versi tradotti dalla filologa María José Flores Requejo nella lingua che forse più d’ogni altra s’adatta al tema dell’amore/passione rivissuto anche con echi lessicali della poesia spagnola novecentesca (si pensi all’andaluso García Lorca) e un attraversamento dell’Ermetismo emblematizzato nell’epigrafe sapienziale di Mario Luzi “L’amore aiuta a vivere, a durare, / l’amore annulla e dà principio”.

Nelle sue declinazioni e su piani plurimi di profondità, il tema è scandito in versi liberi e propizio estro lirico dall’autrice esordita nel 2007 con il saggio Uomini tra realtà e immaterialità, seguìto dai due libri di poesie L’antiriva (2014) e Attese del 2016; insieme, in questo stesso anno, alla curatela dell’antologia La grande madre. Sessanta poeti contemporanei sulla Madre. Una Miscellanea di critica e poesia, sintetizzata nel titolo Alta sui gorghi, completa nel 2017 l’impegno anche militante della poetessa.

Continua a leggere “Della felicità. Valeria Di Felice, “El batiente de la felicidad””

Tra vita e morte. Su “Passaggio sul Rodano” di Michele Toniolo

Michele Toniolo, Passaggio sul Rodano, Galaad editore, 2021, 128 p., € 13,00


di Luigi Preziosi

.

Passaggio sul Rodano di Michele Toniolo (Galaad editore, 2021, edizione integrata da una postfazione ricchissima di suggestioni firmata da Arnaldo Colasanti) è un raccolta di racconti la cui unitarietà si percepisce più per l’evidenza delle contiguità tematiche, che per la possibilità di rintracciare elementi per una trama comune. Si tratta di otto testi scritti durante un lungo arco temporale. Li accomuna l’intenzione di scandagliare le profondità più remote della dicotomia vita – morte, prolungando le risonanze che ne derivano sino all’estremo dell’udibile, grazie ad una scrittura impressionistica ed avvolgente, capace di colmare i silenzi con l’intensità di un sussurro appena avvertibile. Perché è proprio questo che richiede il tema centrale del rapporto tra morte e vita, a cui consegue da un lato l’impegno a cogliere fin dove è possibile l’insinuarsi del senso della fine nell’attualità ancora vivente, e dall’altro la tensione all’esplorazione del limite, là dove l’esistere e il suo contrario si confondono, mescolandosi tanto da rendersi indistinguibili per le nostre modeste sensibilità, inadeguate come sono perfino ad interrogare il mistero.

Continua a leggere “Tra vita e morte. Su “Passaggio sul Rodano” di Michele Toniolo”

Primo Levi

(27 gennaio Giorno della Memoria. Quando il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa, che avanza verso la Germania, libera il campo di concentramento di Auschwitz)

Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case, / Voi che trovate tornando a sera / Il cibo caldo e visi amici: // Considerate se questo è un uomo…” (P. Levi, Shemà, 10 gennaio 1946); “[…] guardavamo i soldati tedeschi che passeggiavano per le vie con aria innocua, e ci capitava di osservare fra noi: ‘Eppure sono uomini che ci rassomigliano: come possono fare quello che fanno?’. Eravamo fieri di noi, perché riuscivamo a non capirli” (J.-P. Sartre, Prefazione a H. Alleg, La Question, 1958).


di Stefano Lanuzza 

.

Italianista, critico letterario, filologo e autore di poesie nel vernacolo del nativo paese di Piossasco nel nord-ovest piemontese, Giovanni Tesio pubblica recentemente, con Lindau, il romanzo di formazione Gli zoccoli nell’erba pesante (2018) e, per le edizioni novaresi Interlinea, un personale, sapiente “sillabario” (Parole essenziali, 2014) seguito dai versi dialettali con autoriale testo italiano Nosgnor (2020). Fino al magnifico volume di saggi La luce delle parole (2020), propizia dichiarazione d’un “amore mai deluso” – per cosa se non per la letteratura?

S’aggiungano le impegnate antologie Nell’abisso del lager. Voci poetiche sulla Shoah (2019) e Nel buco nero di Auschwitz. Voci narrative sulla Shoah (2021), sistematica dilogia redatta sulla scorta d’una confraternita di testimoni – narratori e poeti che prendono la parola smentendo l’intemerata di Adorno secondo cui, dopo Auschwiz, non avrebbe più senso scrivere poesie… Invece non si censura la poesia che, secondo l’oggi negletto Benedetto Croce, è autonoma, scevra d’ogni condizionamento e perfino definizione: ché altro essa non sarebbe se non sé stessa o ‘cosa in sé’.

Continua a leggere “Primo Levi”

Letteratura italiana e codice siciliano

Letteratura italiana e codice siciliano


di Stefano Lanuzza 

.

Che, come affermato da taluno, la Letteratura Italiana sia, forse o un bel po’, letteratura di scrittori siciliani vorrebbero dimostrarlo – riferendosi, in questa occasione, solo al passaggio tra Primo e Secondo Novecento fino ai giorni nostri, e limitandosi ad alcuni essenziali nomi – di Vittorini, Quasimodo, Brancati, Buttitta, Sciascia, Tomasi di Lampedusa, Fiore, Ripellino, Cacciatore, Bonaviri, Fava, Isgrò, Perriera, Di Marco, Testa, Cattafi, Bufalino, D’Arrigo, Consolo, Addamo, Laura di Falco, Silvana Grasso, fino a Camilleri (senza trascurare i Savatteri, Calaciura, Alajmo, Agnello Horbny, Genovese, Gerbino, Maugeri, Torregrossa, Santangelo, Enia, La Spina, Viola Di Grado, Stefania Auci…). S’associa a tale contesto l’etneo Mario Grasso (Acireale, 1932), poeta in lingua e in dialetto, narratore, saggista, traduttore e giornalista che ha fatto del retaggio siciliano proiettato nella complessità del mondo la propria stessa poetica.

Dopo una messe di opere che coprono un periodo dal 1968 a oggi, ora Grasso pubblica un monumentale Vocabolario Siciliano due (Catania, Prova d’Autore, 2021, pp. 311, € 18,00), séguito in versi dialettali d’un primo Vocabolario siciliano (idem, 1989 e 2005) introdotto da un’attenta prefazione di Maria Corti. Sempre con Prova d’Autore, s’aggiunge il volume di versi in lingua italiana Algebre e sigilli (2021, pp. 108, € 16,00).

Continua a leggere “Letteratura italiana e codice siciliano”

ESERCIZI DI LETTURA: Emile Cioran e l’arte del ritratto letterario

Emile M. Cioran, Antologia del ritratto, trad. it. di Giovanni Mariotti, Adelphi editore, Milano, 2017


di Gustavo Micheletti

.

L’arte del ritratto letterario richiede una notevole dose di spregiudicatezza morale, se non addirittura di cattiveria. Delineare con brevi schizzi di penna la fisionomia psicologica di una persona o quella culturale di uno scrittore comporta infatti saper giustapporre in uno spazio breve qualità e caratteristiche spesso stridenti, il che comporta anche il saper essere crudeli con eleganza.

I moralisti, che sono maestri in quest’arte sottile, sono esseri costituzionalmente indiscreti che non risparmiano il mistero di nessuno, né tantomeno la sua privacy. Anzi, potremmo dire che con la privacy ci giocano come il gatto col topo, o almeno come i gatti di una volta con i topi di una volta. Insomma, sono dei veri maleducati. Ma dei maleducati che hanno gusto, perché hanno trovato abbastanza tempo libero per dedicarsi agli altrui vizi e pregi con cognizione di causa, avendo in genere cognizione anche dei propri e avendo coltivato l’esercizio non sempre gradevole di esaminarli con cura. Eccellono in quest’arte specialmente i memorialisti, come fu Saint-Simon, la cui replica letteraria fu un esempio di maleducazione ancora più fulgida di quanto non poté permettersi di essere in carne ed ossa nella vita.

Continua a leggere “ESERCIZI DI LETTURA: Emile Cioran e l’arte del ritratto letterario”

Luciano Curreri, “Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero”

Luciano Curreri, Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero, Firenze, Olschki, 2021, 124 p., € 10,00


di Vittorio Frigerio (Dalhousie University)

.

In questo agile volumetto, Luciano Curreri propone o ripropone una decina di saggi – o piuttosto, come ben dice l’autore stesso, “micro-saggi” – in parte già apparsi altrove, tra i vari volumi da lui sparsi generosamente ai venti della critica, o affidati a siti internet, ma qui rivisti e raccolti in modo da porre in valore l’unicità di una visione che, per quanto prima disseminata, è ora marcata in modo chiaro e riconoscibile da un carattere che è anche un sistema, o perlomeno funziona eccellentemente in quanto tale. In questi “rivoli di entusiasmo” (espressione eccessivamente modesta) è per prima cosa e per l’appunto l’entusiasmo a dominare e straripare: quel fervore, quella partecipazione che porta il critico a lanciarsi alla scoperta dell’opera senza remore e un tantino allo sbaraglio, trascinando seco il lettore, fiducioso che le porte che si troveranno dinnanzi avranno l’accortezza di lasciarsi aprire senza opporre soverchia resistenza – al contrario del portone del castello di Barbablù, con cui si comincia.

Continua a leggere “Luciano Curreri, “Il mondo come teatro. Storia e storie nelle narrazioni di Ernesto Ferrero””

Filosofico satirico. Carlo Lapucci, “Detti preclari e fatti esemplari di Rotorio Barbafiera filosofo della mutua”

Carlo Lapucci, Detti preclari e fatti esemplari di Rotorio Barbafiera filosofo della mutua, Firenze, Le Samàre Editrice, 2021, pp. 136

_________________________

di Stefano Lanuzza 

.

Ogni tanto faccio una capatina dall’altra parte della realtà delle cose (Rotorio Barbafiera)

Poeta, narratore, saggista, preclaro studioso di linguistica e tradizioni popolari, Carlo Lapucci ha sempre incluso nel proprio lavoro letterario all’insegna dell’interdisciplinarità un riposante côté comico che, coniugando umorismo e burla, caricatura e nonsense, motto di spirito, contraddizione della norma, l’assurdo e l’arguzia barzellettistica, fonda un sistema di paradossali sintesi filosofiche. È il caso del suo ultimo libro, Detti preclari e fatti esemplari di Rotorio Barbafiera filosofo della mutua, Firenze, Le Samàre Editrice, 2021, pp. 136, s.i.p.); dove il protagonista Rotorio s’inventa ‘per illuminazioni’ una giocosa, certo antiaccademica filosofia capace di spaesare, trasvalutare o addirittura ridicolizzare con la freddura sorniona e la franca risata, scrosciante fino al cachinno, tutti gli olimpi costituiti, le fisime, i fanatismi, le illusioni, gli inganni e quanto sia ipotizzato intangibile.

Continua a leggere “Filosofico satirico. Carlo Lapucci, “Detti preclari e fatti esemplari di Rotorio Barbafiera filosofo della mutua””

Renzo Favaron, “Teatrin de vozhi e sienzhi (Teatrino di voci e di silenzi)”

Renzo Favaron, Teatrin de vozhi e sienzhi (Teatrino di voci e di silenzi), Ronzani Editore, 2021, pp.112, € 12,00

_____________________________

di Paola Tonussi

.

«La cosa quanto più è invisibile,

più è certo che una volta sulla terra è esistita,

e dunque più è ovvio che si trova ovunque»

(Brodskij, Elegie romane XII)

Una spaccatura fondamentale scinde questo Teatrino di voci e di silenzi (Ronzani Editore, 2021) ultima prova poetica di Renzo Favaron: il prima e il dopo, l’“ieri” e l’“oggi”, Qui e altrove secondo la Collana. In dicotomia dunque si pongono i versi fin dall’inizio: vita e morte, ricordo e oblio, felicità e assenza.

Il prima e il dopo dicono la morte della madre, ovvero la morte di una parte di sé. Nel vuoto nuovo, il poeta non sa dove e cosa cercare per riempirlo: “non so come frugare dove / c’era un prima e quello che è / venuto dopo…” (Quella che credo (sonetto).

E dunque nella prima lettera “di oggi” le chiede di manifestarsi, ancora – “Dimmi qualcosa, chiamami…cercami…” – di parlargli di nuovo ma non di sparire: d’altronde, nel luogo dove lei è andata anche i modi di comunicare sono diversi o cessano di avere sostanza. Per il poeta convinto che nemmeno il legame quotidiano sia stato reciso, almeno dentro di sé, l’implorazione al silenzio si fa quasi parola devozionale, preghiera di ogni uomo lasciato solo.

Continua a leggere “Renzo Favaron, “Teatrin de vozhi e sienzhi (Teatrino di voci e di silenzi)””

Volando da un’aula. Floriana Coppola, “Aula voliera”

Floriana Coppola, Aula voliera, Salerno, Oèdipus, 2020, € 15,20

_____________________________

di Teresa Simeone

.

Tutti abbiamo una ferita segreta per riscattare la quale combattiamo” ha scritto Italo Calvino e il libro di Floriana Coppola, Aula voliera (Salerno, Oèdipus, 2020, € 15,20), ne raccoglie il senso più profondo.

Fin dalle prime righe s’intuisce che non è un’opera ordinaria né leggera: ricchissimo è ogni suo periodo, densa ogni frase, complessa ogni pagina. Parole, significati, suoni e su tutto una cura attenta e continua che ha ripulito l’opera da ogni sbavatura. Si ha l’impressione di leggere non uno ma mille libri, con l’impegno che ciascuno di essi comporterebbe.

Una fatica letteraria imponente che racconta, attraverso le inquietudini della protagonista, il poderoso lavoro di anni di scrittura e rilettura. Il labor limae può rivelarsi devastante nella foga perfezionistica, ma il lavoro di rifinitura dell’autrice non ne ha snaturato il disegno, anzi lo ha arricchito di particolari, di riflessioni, di intensità cromoemozionali.

Continua a leggere “Volando da un’aula. Floriana Coppola, “Aula voliera””

La “Dad” nel racconto di Vanessa Ambrosecchio il neurodigital non sogna

Vanessa Ambrosecchio, Tutto un rimbalzare di neuroni- Il racconto di cosa ci ha tolto la didattica a distanza, Einaudi, Torino, 2021, pp. 128

_____________________________

di Antonino Contiliano

.

Con l’attenzione e la cura dovute agli undici capitoli del racconto di Vanessa Ambrosecchio (Tutto un rimbalzare di neuroni-Il racconto di cosa ci ha tolto la didattica a distanza, Einaudi, Torino, 2021, pp. 128), pagina dopo pagina, non ti privi di adocchiare i ringraziamenti (con cui l’autrice chiude il suo “racconto”) e una breve nota con cui la stessa (non alla sua prima esperienza letteraria edita) si premura di dirci che la narrazione, nonostante simuli una realtà scolastica tutt’altro che fantasiosa, è il prodotto dell’immaginazione: un “libro di invenzione”!1. Il sistema scuola è quello che, in regime di pandemia Covid-19, vive le attuali trasformazioni della Dad (didattica a distanza) imposte dal controllo sanitario-politico pubblico, e rimodellanti (ad ampio raggio) il rapporto docenti-alunni, l’insegnamento- apprendimento e le relazioni inter-soggettive e affettive dei soggetti coinvolti. Sì che il racconto letterario della nostra autrice è leggibile, crediamo, nella possibile cornice percettiva del metodo analitico “figura e sfondo”; e tale che non sembra voglia nascondere la “politicità” della letteratura. Qui, infatti, la realtà delle immagini in primo piano (nel caso la vita e l’essere degli alunni) hanno lo scopo di far emergere la logica del potere che agisce sullo sfondo. Un messaggio metaletterario. Una politicità critica “sui generis” (oltre il contenuto) formalmente mediata – crediamo – dall’uso di espressioni gergali o del basso in corsivo (sgherri incazzati … Zoran acchiana i mura lisci… ci faccio più figura ….) in funzione di sottolineatura connotativa e dinamica.

Continua a leggere “La “Dad” nel racconto di Vanessa Ambrosecchio il neurodigital non sogna”

Una sindrome che non finisce. Elio Stellitano, “La sindrome bizantina”

Elio Stellitano, La sindrome bizantina, Città del Sole Edizioni, 2020, pp. 77, € 10,00

_____________________________

di Stefano Lanuzza 

.

Se Montesquieu, Voltaire, Herder, Hegel, Burckhardt stigmatizzano, insieme ad altri, l’età bizantina della controversia pignola, della doppiezza capziosa, dell’algido formalismo, della cavillosità dissimulatrice contorta cervellotica pedante, vi sono il gesuita francese seicentesco Pierre Poussines e il secondottocentesco Kostantiv Leont’ev, filosofo e monaco russo, a costituirsi quali laudatores dell’autocrazia millenaria dell’Impero Romano d’Oriente imploso con la caduta di Costantinopoli.

Ora, quasi come una diagnosi en poète potrebbe proporsi quella del medico e letterato Elio Stellitano che in un inusitato libro di versi, La sindrome bizantina (Città del Sole Edizioni, 2020, pp. 77, € 10,00), avvalendosi di riferimenti storici e del ricorso a una personale critica sospesa nel tempo, mette a fuoco in forme relativamente immaginose quanto ancora costituisce – con cavilli causidici, burocrazie, intrighi e interminabili diatribe, maneggi politici, ipocrite tattiche, delazioni simulazioni cospirazioni e venefìci – una persistente doxa senza verità che, trascorrendo ‘per li rami’, gravita sul sistema di cose avvolgendolo in circuiti e orizzonti chiusi.

Continua a leggere “Una sindrome che non finisce. Elio Stellitano, “La sindrome bizantina””

ESERCIZI DI LETTURA: Fabrizio Puccinelli e le radici del raccontare

Fabrizio Puccinelli, Il Ritorno, Aracne editrice, Roma, 2014, pp.152, € 14,00

_____________________________
di Gustavo Micheletti

.

In alcuni di questi racconti di Fabrizio Puccinelli (Il Ritorno, Aracne editrice, Roma, 2014) c’è il piacere di un raccontare antico, per certi versi ancora ottocentesco, che scivola nell’animo dei personaggi e li accompagna come una postuma rivisitazione della loro esistenza, fino a produrre il rendiconto di un destino, di una sorte immacolata, di un’esistenza comunque integra e trasparente. In altri, per lo più successivi, chi narra si fa testimone defilato di novecentesche esasperazioni od ossessioni, d’impasse che hanno risonanze kafkiane o beckettiane (come ha messo ben in evidenza Franco Petroni nella prefazione al volume), ch’emanano un senso d’oscura prigionia, di un arcano isolamento che si sublima però in una solitudine accettata che non rinuncia mai a cercare di cogliere al volo la vita di passaggio, a provare il gusto di trasfigurarla in virtù di un’indole narrativa pacificata e sincera, scevra d’ogni sorta di arroganza o pretesa verso l’esistenza. Questi diversi scenari e questi modi di narrare, sempre aderenti a un universo interiore che si sprigiona dai personaggi all’unisono con quello dello stesso narratore, non sono mai forzati, non accondiscendono ad artifici o invenzioni. Anzi, si potrebbe dire che nella prosa di Puccinelli nulla sembra mai inventato, creato da chi racconta, ma che tutto, ogni piega che la vita ha voluto assumere su di sé, ogni gioia terrena e ogni dolore, è stato trovato, accolto e assaporato senza fatica, in una maniera naturale, senza rimpianti e spesso con un’implicita e spontanea consapevolezza filosofica.

Continua a leggere “ESERCIZI DI LETTURA: Fabrizio Puccinelli e le radici del raccontare”

Luciano Curreri, Michel Delville, Giuseppe Palumbo, “Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo”

Luciano Curreri, Michel Delville, Giuseppe Palumbo, Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo, ed. Comma 22, 2021, pp.95, € 9,00

_____________________________

di Francesco Sasso

.

Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo è uno strano oggetto a cura di Luciano Curreri, Michel Delville e Giuseppe Palumbo. Il testo è un frullato multi-gusto: graphic novel , saggio, dialogo, divagazione, diatriba. Sottotitolo: una passeggiata. Lucio (Curreri) e Michel (Delville), disegnati da Giuseppe Palumbo con fattezze di animali, passeggiano in compagnia delle loro acute coscienze per le vie lucide del fotoromanzo alla ricerca delle sue potenzialità formali e ideologiche. Si soffermano nella pubblica piazza della bibliografia passata e recente, calandosi in anfratti legati al passato “assoluto” del fotoromanzo, giocando con le ombre dell’attualità incompiuta, evocando genealogie arricchite dalla linfa bassa degli antichi generi folcloristici e della paraletteratura.

Continua a leggere “Luciano Curreri, Michel Delville, Giuseppe Palumbo, “Tutto quello che non avreste mai voluto leggere – o rileggere – sul fotoromanzo””

Sui “Campi di Battaglia”, non minore poesia. Alla ricerca di un orizzonte rivoluzionario

Jessy Simonini, Campi di battaglia- Alla ricerca di un orizzonte rivoluzionario, Sensibili alle foglie, 2021, € 12,35

_____________________________

di Antonino Contiliano

.

/… abbiamo venticinque anni, fammi giurare /

che fino all’ultimo saremo /

rivoluzionari senza professione […] /

Jessy Simonini (“Movimento”)

Seguendo il movimento e le regole delle posizioni dei pezzi, è possibile leggere un libro di poesia come una partita a scacchi? L’analogia, crediamo, regge solo in parte. Il quadro della scacchiera, nonostante la variabilità dei movimenti, è sempre uno spazio chiuso (il divenire e il tempo non vi hanno funzione alcuna). La sua configurazione è riconducibile solo allo stato delle posizioni in atto (non è necessario che lo spettatore/lettore vada indietro a cercare le mosse precedenti che hanno determinato lo stato di cose visibile). Nella scacchiera del libro di poesia, i pezzi – parole e relazioni, incroci e incontri, regole e distorsioni … – richiedono invece una logica aperta avanti-dietro, prima-poi; una logica temporale dinamica per cui l’intreccio degli elementi, tra il dicibile e l’indicibile, il visibile e l’invisibile, l’esplicito e l’implicito, l’implicato logico e quello materiale… è uno spazio-tempo topologico intriso di valori semantici dinamici, complessi, plastici. Una parola, una metafora, anomalie sintattiche, etc. possono indurre e stimolare il lettore a vederne le ascendenze e le metamorfosi rispetto alle stesse coordinate intratestuali e (in senso lato) intertestuali. Inoltre il giocatore, il poeta, deve fare i conti pure con l’instabilità del linguaggio, la sua fluidità neghentropica e, complessivamente, l’invenzione di un “mondo secondario” (rispetto a quello del linguaggio standard); come nel mondo della pittura e della matematica, i segni della poesia creano forme-testi (non indipendenti dai contenuti e dai contesti) per comunicare idee, riflessioni e proiezioni. Come nella pittura e nella matematica creative, i segni (la scrittura) della poesia costruiscono infatti quei mondi diversi (di secondo ordine rispetto allo standard) che le virtualità di senso, possibili nella densità e nella fluidità degli stessi elementi in relazione discorsiva zigzagata, li rendono tuttavia presenti e disponibili per un altro punto di vista (un osservatore qualsiasi) e con effetti non necessariamente univoci. In poesia c’è, infatti, una combinatoria densa e iterativo-creativa come quella che oggi ci può proporre un ritmo frattale. Il ritmo cioè che con le sue combinatorie, nonostante la costante misura, genera sempre nuove e sorprendenti figure. Un ritmo che, finito e in-finito, come – si può dire – trasgredendo anche il nesso causa-effetto (prima e dopo) della visione e della conoscenza ortodossa – rizoma simultaneamente semi, fiore e frutto (il non-detto e il detto che, differenziandosi, si significano tuttavia mutuamente). E i significati, pur se non fondono il piano del reale e quello poetico, risultano però egualmente legati allo “zero” dell’origine (come lo sono i numeri positivi e negativi). Ma non per questo sono meno esposti all’intelligibilità di chi quei “pezzi” legge solo dopo. In altre parole, i testi, pur in permanente ri-definizione/interpretazione, non hanno un significato organico chiuso, univoco e ripetibile in maniera cristallizzata. Non stanno con la loro immobile identità nel tempo e nella storia; ma il tempo e la storia operano in essi. Appartengono al tempo che li ha prodotti e al tempo che li legge.

Continua a leggere “Sui “Campi di Battaglia”, non minore poesia. Alla ricerca di un orizzonte rivoluzionario”