IL TERZO SGUARDO n.58: Giuseppe Rensi, “Su Leopardi”

[Pubblico l’ultima recensione inviatomi tempo fa da Giuseppe per RETROGUARDIA. (f.s.)]

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Giuseppe Rensi, Su Leopardi, a cura di Raoul Bruni, Torino, Nino Aragno, 2018

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di Giuseppe Panella*

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Giuseppe Rensi è stato uno dei pensatori più lucidi e significativi del Novecento italiano. Fortemente inviso al fascismo che interdisse la lettura dei suoi libri ai fruitori delle pubbliche biblioteche, nel dopoguerra è stato parzialmente dimenticato dagli studiosi di cose filosofiche e recuperato alla fine del secolo ad opera di suoi ammiratori come Augusto Del Noce, Sergio Givone o Leonardo Sciascia che, nel 1987, curò l’edizione delle sue Lettere spirituali per Adelphi.

Anche se non ha mai scritto (come pure fece Adriano Tilgher nel 1940) un intero libro sul pensiero filosofico di Leopardi, va detto che lo studio e l’analisi del pensiero leopardiano ha inciso moltissimo sulla sua visione del mondo e sulla sua filosofia della vita. Inoltre il carattere non sistematico e frammentario del pensiero leopardiano ben si confà all’indole critica di Rensi che ha sempre rifiutato l’idea della filosofia come prospettiva sistematica e come concezione totalizzante del mondo:

«La rivalutazione di Leopardi come pensatore è, quindi, in linea con il radicale anti-idealismo di Rensi. In questo senso non è casuale che nel primo scritto in cui Rensi prende nettamente le distanze dall’idealismo, La metafisica del terremoto, affiorino echi ben riconoscibili della Ginestra, laddove si allude alle catastrofi naturali che testimoniano la precarietà della condizione umana» (p. 3).

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