Flavio Santi, Aspettando primavera, Lucky, Edizioni Socrates, 2011, pp.143, €9,00
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di Francesco Sasso
Dimesso eco di Luciano Bianciardi oggi: vuoto, desolazione, vita fiacca, uno stanco naufragio. Ho letto Aspettando primavera, Lucky di Flavio Santi e ho scritto in margine al libretto la seguente osservazione: “che non basta la sincerità in arte”.
In Aspettando primavera, Lucky, il titolo rimanda al noto romanzo di John Fante, si narra la vicenda del giovane intellettuale Fulvio Sant, alter-ego dell’autore, il quale tenta di guadagnarsi la vita con occasionali traduzioni, brevi corsi universitari e discontinue collaborazioni editoriali. Il protagonista non può dedicare molto tempo alla scrittura creativa perché deve lottare per strappare qualche centinaio di euro a grotteschi personaggi del mondo della cultura italiana. Il protagonista Fulvio vorrebbe attuare azioni rivoluzionarie, è tentato ma poi diventa un pacifico ingranaggio della macchina industriale editoriale. Non gli resta, quindi, che raccontare con agile piglio, fra divertimento e amara ironia, la propria generazione di “operai-intellettuali”.
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