Gaetano Savatteri, I siciliani: la pazzia e la logica della contraddizione
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di Giovanni Inzerillo
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Chiunque si accinga a leggere un saggio dedicato ai siciliani si aspetterebbe, probabilmente, specifiche osservazioni, concetti ben chiariti, altrettanto precise conclusioni; vorrebbe poter avere delle risposte per cementificare assunti preconcetti o per, una volta smantellati, giungere a nuove considerazioni. Sarebbe di certo un buon proposito destinato, però, a non sortire gli esiti sperati.
È impossibile, infatti, comprendere appieno, e qui la saggistica serve a poco, quali logiche sottendano alla Sicilia, terra benedetta dai suoi eroi, maledetta dalle sue sciagure, contraddetta dalla storia:
La Sicilia come luogo dove toccare terra e scoprire non le risposte, ma le domande immutabili e spietate della vita. La Sicilia come luogo dell’assoluto.
Basterebbe chiedere in giro per il mondo per sentire immediata la similitudine con la mafia ma capire la Sicilia è per tutti, intellettuali e non, italiani e stranieri, persino per gli stessi siciliani, una questione irrisolvibile. Vorrebbe dire, piuttosto, attribuire a tutti i costi senso alla contraddizione, determinatezza all’assoluto, discernimento nel più totale disordine.
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