Il wu wei della poesia contro le guerre n.49: Francisco Soriano, “Non porgere l’altra guancia tu”. Lettura di Fabiola

Il wu wei della poesia contro le guerre a cura di Antonino Contiliano e Fabiola Filardo.

Francisco Soriano, “Non porgere l’altra guancia tu”. Lettura di Fabiola


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Un nero crescente doloroso e felice

Patrizia Baglione, Nero crescente, RPlibri, 2022, pp.68, € 12,00


di Francisco Soriano

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Un nero crescente doloroso e felice

Più che uno spazio, un luogo ameno o un tempo dimenticato fra intercapedini della memoria, la dolorosa felicità di un amore risiede in un vacuo esistere alla stregua di monadi che si attraggono e, a tratti, irrimediabilmente si respingono. Poi, è il corpo esposto a ogni intemperia, logoramento ineluttabile nella sua fragile e ombrosa essenza: “Sono rosse e carnose / le labbra recise / sotto i piedi dell’ombra / del tuo fragile corpo / da qui, le vedo e le sento / chiacchierare tra loro / un crepitio assordante / che non smette un secondo //.

L’andamento è in forma di frammenti, destrutturati e ricomposti, subito adagiati nel cunicolo vibrante del suono, appena sussurrati come una litanìa d’altri tempi:

In ogni fibra / di ogni intimo gesto / sei livido violaceo / che non scompare, resta / e scorre, parla //.

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Francisco Soriano, “frammenti”. Un immaginario resistente fra tempo e spazio

Francisco Soriano, frammenti, Eretica Edizioni, 2022, pp.92, €15,00


di Paolo Lago

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I “frammenti” (così suona il titolo) che costituiscono questa raccolta poetica di Francisco Soriano sono legati fra di loro da un incessante movimento fra spazio e tempo e si uniscono sinuosamente fino a costituire l’aspetto formale di un poemetto il cui ritmo ora accelera, ora, invece, decresce e rallenta. Le stesse poesie appaiono come dei “cocci” (ricordiamo che Catullo chiamava i suoi versi nugae, “sciocchezze” e Petrarca proprio fragmenta, dei “frammenti” in volgare) raccolti lungo un incedere dalle parvenze picaresche, un incedere senza meta che conduce il poeta a un viaggio a metà fra reale e immaginario: “raccolgo i cocci. / mi accorgo – / sono poesie” – leggiamo nel primo componimento, che suona quasi come un proemio. Quei cocci raccolti per strada, lungo il cammino, vengono plasmati e riattaccati insieme come in un antico mosaico ricostruito, emerso dai sogni e da un immaginario che non si potrebbe definire altrimenti che resistente. È da questo immaginario che emergono i cocci e il poeta, come un archeologo incantatore, quasi come il Fellini fattucchiere e mago che oniricamente rievoca al cinema il mondo antico del Satyricon di Petronio, li ricuce insieme per creare quel piccolo gioiello che noi lettori abbiamo adesso sotto gli occhi: un poemetto, appunto, costruito solo con lettere minuscole (secondo uno stile che Soriano utilizza anche per i suoi suggestivi interventi su “Carmilla online”) che si muove sinuoso come un racconto che attraversa inesorabile, con il suo spirito contemporaneamente esangue e battagliero, una concrezione immaginaria di spazi e tempi.

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Tra la donna-sole e la donna-pesco, la “Noe Itō” di Franciso Soriano

Francisco Soriano, Noe Itō. Vita e morte di un’anarchica giapponese, Mimesis, Milano-Udine 2018, pp. 116, € 13,00

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di Antonino Contiliano

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Di “Noe Itō- Vita e morte di un’anarchica giapponese” (Mimesis, Milano – Udine, 2018) autore è Francisco Soriano. Opera composita, il libro, ripercorrendone alcune tappe, ricostruisce il tempo geo-storico complessivo e complesso del Giappone. È il Giappone visto e raccontato attraverso un intreccio che, contemporaneamente, incrocia le sue stazioni feudo-patriarcali, le lotte di successione tra identitarismo e spinte modificanti, il destino dell’anarchica e femminista Noe Itō e le dinamiche di reazione e controreazione.

Un complesso sistema di elementi che muove le trasformazioni della società e dei suoi habitus. Un processo, è possibile dire, a cui confini, tra il sommovimento tellurico (noto come il “Grade terremoto del Kantō” del 1923) e le correnti dei rivolgimenti di fine Ottocento e inizio del Novecento (in genere sono le correnti dei movimenti culturali e le traduzioni europei, come gli stessi sommovimenti rivoluzionari politici generati dalla rivoluzione sovietica), premono forze e tendenze che respirano tensioni e orizzonti diversi rispetto allo status dell’ordine di fatto. In giro, anche sotto l’ascolto delle “tra-duzioni” culturali europee, ad opera di minoranze culturali-politiche si respirava e si aspirava a legittimi cambiamenti.

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