Negli anni tra il 1896 e il 1901 (rispettivamente nel 1896, 1897, 1899 e 1901), Anatole France scrisse quattro brevi volumi narrativi (ma dal taglio saggistico e spesso erudito) che intitolò alla fine Storia contemporanea. In essi, attraverso delle scene di vita privata e pubblica del suo tempo, ricostruì in maniera straordinariamente efficace le vicende politiche, culturali, sociali, religiose e di costume del tempo suo. In particolare, i due ultimi romanzi del ciclo presentano riflessioni importanti e provocatorie su quello che si convenne, fin da subito, definire l’affaire Dreyfus. Intitolando Storia contemporanea questa mia breve serie a seguire di recensioni di romanzi contemporanei, vorrei avere l’ambizione di fare lo stesso percorso e di realizzare lo stesso obiettivo di Anatole France utilizzando, però, l’arma a me più adatta della critica letteraria e verificando la qualità della scrittura di alcuni testi narrativi che mi sembrano più significativi, alla fine, per ricomporre un quadro complessivo (anche se, per necessità di cose, mai esaustivo) del presente italiano attraverso le pagine dei suoi scrittori contemporanei. (G.P.)
di Giuseppe Panella
1. Scuola e desiderio. Un paradiso triste di Francesco Paolo Tanzj, Pescara, Edizioni Tracce, 2007
Francesco Paolo Tanzj detesta i libri di argomento scolastico (lo ha dichiarato lui stesso!); mal sopporta le ironie sui professori così come pullulano nei libri che ricompattano questo ormai consolidato genere letterario (e che vanno dai romanzi del pur bravo Domenico Starnone a quelli del mediocre e ripetitivo Marco Lodoli); teme che la saturazione al riguardo porti all’enfatizzazione e alla ghettizzazione di questioni altrimenti tragicamente serie riducendole in un’ottica di lettura che con la scuola non ha più nulla a che vedere (come dimostra il passaggio dal romanzo La collega tatuata di Margherita Oggero alla serie televisiva “Provaci ancora, prof!”, fiction dal taglio melenso e qualunquista in un ambito per famiglie di buona volontà che salta tutti i problemi a piè pari per distendersi in una dimensione conciliatoria valida per tutte le stagioni e per tutte le situazioni possibili). I libri (e i film) sulla scuola rendono di solito alla scuola un pessimo servizio.