Una gioia tanto dolorosa… Italo Testa, La divisione della gioia, Massa, Transeuropa, 2010
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di Giuseppe Panella*
La divisione della gioia è traduzione letterale di Joy Division, grande (quanto troppo rapidamente discioltosi nel corso delle sue burrascose vicende) complesso post-punk inglese costituitosi a Salford, nella contea di Greater Manchester, nel 1977. Il nome del gruppo rock derivava dalla denominazione delle baracche femminili dei campi di concentramento nazisti descritti in un celebre libro di memorie, La casa delle bambole, opera di un’ex-detenuto nel lager di Auschwitz che si firmava Ka-Tzetnik 135633 (al secolo Yehiel De-Nur – il suo pseudonimo deriva, infatti, dalle iniziali di Konzentration Zenter seguito dal suo numero personale di matricola tatuato sul braccio sinistro) ed edito nel 1955. Le donne che erano state imprigionate nell’area che portava questo famigerato nome erano utilizzate come prostitute e usate come puri e semplici oggetti sessuali dalle SS e dai soldati tedeschi che stazionavano nel lager. Il testo di una delle canzoni più note dei Joy Division (No love lost) contiene, infatti, un esplicito riferimento al libro.