Il verso si contrappone alla prosa grazie al ritmo che determina la struttura del discorso poetico, “deformandolo”:
«Tale deformazione pervade il discorso in tutti i suoi aspetti; il fatto che dobbiamo soffermate l’attenzione su ogni parola, per “ascoltarla”, acuisce la percezione di ogni singola parola. Le parole nel verso sembrano sporgere, venire in primo piano, mentre in prosa scivoliamo su di esse, soffermandoci solo sulle parole centrali della frase. Il fatto che il discorso non sia continuo, ma disposto in serie, più o meno isolate, crea particolari associazioni fra le parole della stessa serie, o fra parole di serie parallele disposte in modo simmetrico. Il significato e la concatenazione dei significati sono governati da corrispondenze ritmiche; questo non avviene in prosa, dove invece tali corrispondenze sono costruite secondo la linea espressiva del discorso determinata dalle parole» (1)
B. TOMASEVSKIJ, Teoria della letteratura, Milano, Feltrinelli, 1975, p.113
f.s.