
Il tema del “doppio” nel romanzo di A. Skaldin. Stranstvija i priključenija Nikodima Staršego
[…] al suo risveglio Nikodim avvertì in sé un’inspiegabile divisione […].
A. Skaldin, Peregrinazioni e avventure di Nikodim il Vecchio[1]
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It was on the moral side, and in my own person,
that I learned to recognise the thorough and primitive duality of man;
I saw that, of the two natures that contended in the field of my consciousness,
even if I could rightly be said to be either,
it was only because I was radically both […].
R. Stevenson, Strange Case of Dr Jekyll and Mr Hyde[2]
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I am wedded to you so closely,
that I feel as if I were the same person.
Our essences are one, our bodies and spirits being united,
so, that I am drawn towards you as by magnetism,
and wherever you are, there must my presence be with you.
J. Hogg, The Private Memoirs and Confessions of a Justified Sinner[3]
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di Linda Torresin
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1. Doppio, letterarietà e autobiografismo
L’«inspiegabile divisione» (неизъяснимое разделение) psicofisica della personalità sperimentata dal giovane barin Nikodim Michajlovič Ipat’ev, protagonista del romanzo filosofico di Aleksej Skaldin Stranstvija i priključenija Nikodima Staršego [Peregrinazioni e avventure di Nikodim il Vecchio][4], va certamente letta come un tributo dell’ultimo (in ordine cronologico) dei simbolisti russi ad un tema di antica memoria, caro alla mitologia e alla classicità – quello del “doppio” –, che, a partire da Pogorel’skij, passando per Puškin, Odoevskij, Gogol’ e Dostoevskij, aveva imperversato nell’Ottocento russo[5] e, prima ancora, nell’ambiente letterario europeo barocco e romantico, confermandosi nel Novecento, secolo del relativismo e della crisi dell’io, come il tratto distintivo della modernità[6].