SHAKESPEARE, WEBSTER E LA “TEOMACHIA”: UN CONFRONTO. Saggio di Linda Torresin

SHAKESPEARE, WEBSTER E LA “TEOMACHIA”: UN CONFRONTO

Nella profondità crepuscolare dell’anima umana giace il diavolo.
Non ha libertà. Un coperchio pesante lo tiene rinchiuso in fondo all’anima: Dio. Il diavolo soffoca in profondità, lotta per la libertà, vuole vivere. E per l’uomo diventa sempre più evidente che è la sua anima che vuole la libertà, che il diavolo che lotta sotto il coperchio altri non è che lui stesso.
V. Veresaev, Živaja žizn’. Čast’ I: O Dostoevskom i L’ve Tolstom, Moskva: Izd. Nedra, 19284, p. 20 (trad. mia).

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di Linda Torresin

(Università Ca’ Foscari Venezia)

Oggetto della mia comunicazione è la trattazione del tema religioso in due celeberrime revenge tragedies: l’Hamlet di Shakespeare e la Duchess of Malfi di Webster.

In particolare, proveremo a tracciare un quadro della “teomachia”, ossia della lotta dell’uomo contro Dio, dello scontro tra fede e ragione, religiosità e ateismo dall’epoca elisabettiana a quella giacomiana: ci occuperemo, insomma, di una delle vexatae quaestiones di ieri e di oggi.

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