Marino Magliani, Prima che te lo dicano altri, Milano, Chiarelettere, 2018
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di Giuseppe Panella
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Questo romanzo si basa su un desiderio rimasto inesausto: mettere in parole la nostalgia di una patria nella quale non si è potuto vivere come si sarebbe voluto. I personaggi della storia si ritengono tutti esuli (molti, come Christel, la matura mediatrice di immobili per i “russi” di cui Leo si invaghisce e che vorrebbe portarsi a letto) e il loro soggiorno sulla riviera ligure Magliani è un narratore nato e la sua ricerca linguistica non è mai disgiunta dalla volontà di raccontare storie, di illuminare con la luce radente dello stile vicende umane di grande spessore e di dolorosa potenza. Questo suo ultimo romanzo racconta un durissimo apprendistato di vita ma anche la struggente riconquista di un passato. Leo Vialetti di Sorba (Imperia), ligure come quasi tutti i protagonisti dei romanzi di Magliani, nasce e appartiene a una Liguria scabra, rocciosa, poco generosa con i suoi abitanti che pure la amano, costruita su baluardi montuosi, intervallati da brevi tratti di pianura, da salite erte e difficili, popolata di cinghiali e di uomini spesso più testardi e duri di quegli stessi animali selvatici cui danno la caccia.
Nello stesso tempo, il romanzo di Magliani descrive un mondo che dovrebbe risultare radicalmente opposto a quello nativo del protagonista: la Liguria e l’Argentina appaiono nelle sue pagine due continenti diversi e lontanissimi, eppure simili nel loro rapporto con l’umanità dolente che le abita.
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