UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (EDMONDO DE AMICIS)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli Bocca editore, Milano, 1899

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EDMONDO DE AMICIS.

Biella, settembre del ’94.        

La valle del Cervo che da Biella sale fino ad Andorno e più su fino alla Balma e a Campiglia distante appena tre ore di mulo da Gressoney, è forse la più quieta e la più libera delle valli Biellesi. Dopo Biella gli alti camini delle manifatture scompaiono, e appena sotto Andorno riappariscono più rari tra le robinie, i pioppi e i faggi; dopo Andorno il tramway corre in una gola stretta ora dalle rocce e dalle acque cadenti, ora da brevi prati verdissimi, eguali, tonduti come in un parco, vigilati da pioppi altissimi pallidi nel tronco e nelle fronde. Raramente, si scorge qualche donna intenta a raccogliere erba o legna, o a lavare panni genuflessa su la roccia verso l’acqua limpida. Una serie continua di paesaggi alpestri verdi, quietissimi, che hanno per isfondo i monti e in alto in alto un arco di cielo chiaro.

E si desidera per tutta la via ardentemente di escire dal piccolo tramway sconnesso e sbuffante per poter liberamente «udire il silenzio» che quasi fa sacre tutte quelle fresche solitudini alpestri.

Alla stazione della Balma, che è l’ultima, trovai Edmondo De Amicis, coi suoi due figli, due ragazzi alti e validi come il padre loro. Il capitan cortese ha l’aspetto ancora giovine e salutevole, e non mostra affatto in sembiante quella stanchezza e quella incerta salute da cui tutti derivano il ritardo nella pubblicazione del Primo maggio. Ha i baffi grigi, folti, corti, rilevati, la fronte ampia, le ciglia lunghe e gli occhi assai placidi e benigni. Portava un largo cappello di paglia e vestiva a lutto.

Ci incamminammo verso Campiglia discorrendo. Continua a leggere “UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (EDMONDO DE AMICIS)”

UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (CESARE CANTÙ)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli Bocca editore, Milano, 1899

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CESARE CANTÙ.

Milano, agosto del ’94.1

Quando giunsi a Milano e domandai a qualche collega notizie di Cesare Cantù, nessuno me ne seppe dir nulla. Un editore (gli editori han fama di conoscere punto a punto il movimento letterario) mi rispose seriamente:

— Ma Cantù non è morto?

E pazientemente dovetti, innanzi tutto, scoprire l’indirizzo di lui. Poi, quando ebbi saputo che egli abitava in via Morigi, dovetti immaginare il miglior modo per penetrare fino a lui.

Per due giorni, alla sua porta, una domestica mi rispose che egli era in letto e, fino a nuovo ordine del suo medico, non si sarebbe alzato.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (FEDERICO DE ROBERTO)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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FEDERICO DE ROBERTO

Milano, agosto del ’94.

È un giovane di appena trent’anni, bruno, elegante, ha il monocolo. Parla con accento siciliano, e nel valido manipolo dei romanzieri siciliani, sebbene così giovane viene terzo, subito dopo il Capuana e il Verga. In questo mio soggiorno egli è stato uno dei tre o quattro compagni più cortesi e più cari e più assidui, così che quello che qui riassumo a mo’ di intervista è stato invece argomento di discussioni lunghe, diverse, appassionate.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (MARCO PRAGA)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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MARCO PRAGA.

Milano, agosto del ’94.

L’ho incontrato al Savini. Parla poco, anzi gli amici intimi mi han detto che non ama parlare d’arte. È alto, biondo, esile, ben elegante e… per chi se ne occupa, è un ciclista appassionato. Ho voluto «intervistarlo» perché egli ha fama di essere stato un innovatore nel teatro italiano, ma certo non ho trovato in lui l’entusiasmo dell’apostolo. Per scuotere una sua apparente indifferenza alla discussione, ho attaccato il suo ultimo dramma direttamente cosi:

— Perchè hai scritto L’Erede? Ha avuto una causa estetica questo ritorno all’antico, tanto più strano in te che tra gli altri eri stimato modernissimo?

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (GIOVANNI VERGA)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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GIOVANNI VERGA.

Milano, agosto del ’94.

Vedo che sfortunatamente questi miei colloquii vanno perdendo la poesia del luogo: dai verdi fiumi e dalle azzurre montagne della valle vicentina son venuto a cadere qui tra il caldo estivo e i costumi cittadineschi. Cosi spesso per appagare la memoria mia, mentre parlo coi miei interlocutori, cerco — se li amo — di figurarmeli in un paese capace di loro, fuori dai velluti del caffè Savini o dal giardinetto posticcio del Cova.

E appunto al Cova ho parlato col Verga, e io pensavo a un bel paesaggio siciliano un po’ selvaggio adatto alla Cavalleria rusticana o alla Lupa; e invece i camerieri attorno mormoravano con pronte moine la minuta del pranzo e un’ orchestruccia nascosta lamentava proditoriamente i casi di Leonora e del Trovatore.

Qui al Cova, sebbene l’estate decimi ogni radunata, si riuniscono a desinare in una bella tavolata, il Verga, il Boito, i Treves, il de Roberto, il Torelli-Viollier, il Butti e qualche altro che per un giorno o due gli affari urbani distolgono dalla quiete dei laghi o delle alpi.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (PAOLO LIOY)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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PAOLO LIOY.

Vicenza, agosto del ’94.

«Domani mattina, se ti piace, scendi alle sei su la riva del fiume Retrone, sùbito fuori della città. Mi troverai là. Chiacchiereremo in sandalino, risalendo la corrente.»

Questo strano e piacevole invito mi scrisse Paolo Lioy quando io, appena giunto a Vicenza, gli ebbi chiesto un’ora di colloquio.

Il mattino apparve purissimo e fresco; il Retrone dalle limpide acque verdastre scendeva senza parvenza di correntìa sotto la luce fredda; e in fondo tra i due argini erbosi ed arborati una nebbia bassa e tenuissima fumava. L’argine era alto e tutto verde così che quando mi trovai con Paolo Lioy giù presso le acque, il saggio così rinchiuso era nuovo e freschissimo. Anche qualche signora ci raggiunse, e in breve tutta una flottiglia di sandalini azzurri risali diritta la quieta corrente. Nulla del paesaggio dentro quelle alte rive boscose compariva, ma l’orizzonte era chiuso da un gomito del fiume dove il giuncheto basso luccicava a mo’ di smeraldo per il sole che fra i tronchi dei salici e degli albanacci passava a ravvivarlo.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (ANTONIO FOGAZZARO)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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ANTONIO FOGAZZARO.

Seghe di Velo, agosto del ’94.

Dopo Schio s’entrò nella verde valletta dell’Astico, dove fuor dai pioppi e dalle robinie selvatiche emergevano a tratti case bianche dai tetti rossi strette a torno a un campanile. Nell’atmosfera pura e serena si sentivano le prealpi. Il treno radeva le falde dei monti che si facevano sempre più alti e rupestri.

Nel vagone non era con me che una signorina bionda, vestita di bianco, una fraülein che leggeva un grosso libro dal titolo tedesco. Le stazioni passavano, la ragazza non discendeva, e io sapevo che dopo Seghe di Velo vi era solo la stazione di Arsiero. Dove andava mai la piccola bionda vestita di bianco, sola, senza bagagli? Ella era troppo assorta nel suo libro perchè io osassi parlarle; appena guardava a volta a volta il paesaggio, quasi già le fosse notissimo. Pensai che anche ella andasse alla villa Fogazzaro, e come un lampo mi passò per la mente il ricordo del Mistero del Poeta. Che fosse Violet o Luisa, o una delle altre donne buone un po’ tristi che profumano quel libro carissimo? Chi sa: mi piacque figurarmela tale e chiusi il libro che leggevo, per meglio fantasticare. Ella guardò il mio libro chiuso, curiosamente (era un recente volume di psicologia del Sergi) e, quando ne ebbe letto il titolo, per un attimo mi guardò in viso un po’ stupita.

Forse anche ella si chiese se io mai andassi alla villa Fogazzaro. E, pur tacendo, ci intendemmo cosi.

Alla stazione — una minuscola stazione dove il capo è una donna e il personale è composto da un solo facchino — molte signore attendevano la mia compagna di viaggio e la accolsero con molti baci e molti lieti saluti. Un uomo cui domandai dove fosse un albergo e dove fosse la villa Fogazzaro, mi disse indicandomi il gruppo femminile:

— Quelle sono le signore Fogazzaro. Quello che avevo immaginato prendeva consistenza di realità.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati” (ENRICO PANZACCHI)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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ENRICO PANZACCHI.

Bologna, agosto del ’94.

Enrico Panzacchi è l’uomo più simpatico di tutta Bologna. Arguto e gioviale, parlatore e discutitore cortese e convincente, entusiasta come un poeta ma talvolta sottile come un critico, egli riassume le qualità dell’ideal tipo bolognese; anzi dirò che molti hanno plasmato quel tipo a imagine e similitudine di lui così che egli a Bologna appare come il solo bolognese autentico.

Ieri mattina, male sfuggendo sotto i portici, l’afa imminente, giunsi alla Accademia di belle arti dove egli dirige la famosa Pinacoteca e insegna Estetica.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati”. (GIOSUE CARDUCCI)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

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GIOSUE CARDUCCI.

Bologna, agosto del ’94.

Fin dal bel principio purghiamo dalle ortiche il campo dove la grande rovere si innalza. Letterati e pubblico di tutta Italia, ancora memori d’altri tempi, credono che Bologna sia l’Atene italiana, il centro illuminante, l’essenza quinta del profumo poetico nostro.

Otto e anche dieci anni fa ogni più bel tropo sarebbe stato giustificato. Le pubblicazioni letterarie di Nicola Zanichelli furono iniziate nel 1874 coi Funeralia del Panzacchi; e, verso quel tempo, lo stesso Panzacchi, in una sala dell’Archiginnasio, per una conferenza presentò al pubblico bolognese tra molto plauso Enotrio Romano, quasi annunciando habemus ponteficem. Infatti nel 1876 lo Zanichelli pubblicò le Nuove poesie del Carducci. Poi nel 1877 i Postuma dello Stecchetti (e fu il primo elzevir di quell’editore) mossero tanto romore di fama intorno all’autore, allo Zanichelli ed a Bologna intellettuale che la cosi detta chiesuola apparve formata.

Da allora intorno ai tre, Giosuè Carducci, Olindo Guerrini, Enrico Panzacchi, e imitatori e ammiratori, e amici e nemici vicini e lontani convergettero; e l’ultima raccolta fu quella che intorno al Carducci riunì i migliori e più giovani discepoli suoi. Guido Mazzoni, Severino Ferrari, Giovanni Pascoli, Giovanni Marradi, Corrado Ricci e qualche altro. Il Carducci o per via o in campagna o in casa d’amici o dallo Zanichelli o al caffè ammaestrava, leggeva, criticava, addestrava tutti quelli ottimi con amore di padre e di maestro.

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UGO OJETTI, “Alla scoperta dei letterati”. (Introduzione)

UGO OJETTI, Alla scoperta dei letterati. Colloquii con Carducci, Panzacchi, Fogazzaro, Lioy, Verga, Praga, De Roberto, Cantù, Butti, De Amicis, Pascoli, Marradi, Antona-Traversi, Martini, Capuana, Pascarella, Bonghi, Graf, Scarfoglio, Serao, Colautti, Bracco, Gallina, Giacosa, Oliva, D’Annunzio, Fratelli bocca editore, Milano, 1899

pagine mancanti

[…] giornalisti politici, ora femine, ora preti cattolici. Appena due o tre sono colti e sinceri; ma le lor voci, per la permanente scissione etnica dell’ancor vano regno d’Italia, non sono intese oltre i termini della regione che è loro. Così generalmente avviene che gli altri pseudo-critici, non sapendo parlare, sputino su tutto e su tutti e, ora che i preti non sono più in onore, gridino — come quelli una volta solevano — il pulvis es sopra ogni opera nuova. Del resto, anche se migliori e più franchi ve ne fossero, dove scriverebbero essi? Sono i giornali politici barbariche rocche chiuse dove è difficile entrare per chi nobilmente in sua lingua scriva della patria arte e delle lettere patrie (troppo i politicanti sono nemici della grammatica e temono il paragone); sono le riviste rare e o giovani e ignote e passeggere, o vecchie e superstiziose e pedanti; sono i libri difficili a farsi perchè gli editori italiani non intendono che la critica storica e sono per lo più poveri e miopi. Dove scriverebbero i critici, se mai sapessero scrivere? Così avviene che, per mancanza di araldi, il letterato venga in fama solo dopo molte prove quando pure non giaccia fino dal primo armeggiare spaurito dalla solitudine ambiente; così avviene che il pubblico, pure lentamente abbandonando i libri di Francia per quelli d’Italia e anche i cattivi per i buoni, non veda tutto insieme il mutamento e séguiti anch’esso cui arretrare davanti a un libro italiano, e accordandosi al raglio dei prelodati critici, faccia la smorfia: — Ohibò!

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